Il bilancio del Comune dovrà essere "armonizzato" già nel 2015

La Regione fa marcia indietro: da eliminare le entrate "fittizie"

MONREALE, 21 luglio - Dopo la chiusura dell'esercizio contabile 2014, approvata dal Consiglio comunale nella seduta dello scorso 13 luglio, per l'amministrazione è tempo di applicare la riforma dell'ordinamento contabile prevista dal decreto legislativo 118/2011.

La regione siciliana, infatti, è tornata sui suoi passi e dopo aver "tentato" il rinvio al 1° gennaio 2016 dell'entrata in vigore dell'armonizzazione dei sistemi contabili degli enti locali e rispettivi enti e organismi strumentali, ha modificato la legge regionale 9/15 e, di fatto, ha eliminato per gli enti locali la facoltà di rinviare al 2016 l'applicazione del “ciclone 118”.

Per gli enti locali siciliani, quindi, la riforma è divenuta esecutiva dal 1° gennaio del 2015. Stiamo parlando dell'armonizzazione dei sistemi contabili degli enti locali e rispettivi enti ed organismi strumentali, che in parole povere obbligherà anche il Comune di Monreale a redigere bilanci che contengano entrate certe, precludendo così la possibilità consentita dalla precedente normativa di iscrivere entrate fittizie.

Infatti, in particolare l’articolo 3, comma 7 del citato decreto, stabilisce che gli enti locali devono provvedere entro il mese di luglio al riaccertamento straordinario dei residui attivi e passivi con la conseguente cancellazione di tutte quelle voci contabili cui non corrispondono obbligazioni perfezionate e scadute.
Numeri “certi” quindi così come anche la costituzione di un fondo pluriennale vincolato da iscrivere nel bilancio di previsione 2015 che, evidentemente, potrà essere approvato esclusivamente dopo aver completato tutte le operazioni previste dalla stessa riforma.

Una riforma che inevitabilmente comporterà anche per Monreale, notevoli difficoltà. Il percorso triennale di adeguamento alla riforma dell’armonizzazione dei sistemi contabili degli Enti Locali prevede numerose tappe importanti tra le quali, però, certamente il riaccertamento straordinario dei residui costituisce il momento più delicato, tanto per l’indubbia complessità operativa, quanto per la sua crucialità nell’ambito dell’intera riforma contabile.
Va da sé che gli enti siciliani, venuta meno la facoltà di rinvio della riforma e stante quanto disposto dall’articolo 3, del decreto legislativo 118/11, sarebbero tutti soggetti al rischio di commissariamento. Il citato articolo 3, infatti, prevede che tutti gli Enti Locali sono tenuti ad approvare il riaccertamento straordinario dei residui deve essere operato in data 1° gennaio 2015, sul quadro dei residui attivi e passivi “cristallizzato” con il consuntivo 2014.

La legge, è vero, consente anche il ricorso a un piano di ammortamento a lungo respiro ma ciò nonostante la ‘botta’ sarà terribile, perché, a partire dal 2016, verranno a mancare delle entrate che, bene o male, l'amministrazione locale poteva mettere in gioco e che consentivano l’approvazione di bilanci in parte fittizi, ma a norma di legge.
Adesso, invece, tagli tutti e subito: perché in assenza di entrate, piaccia o meno, bisognerà ridurre drasticamente le spese.
Resta da capire perché il Parlamento siciliano, che ad aprile aveva deciso (e votato) di rinviare al prossimo anno l’applicazione del 118 abbia deciso, improvvisamente, di applicarlo a tamburo battente entro la fine di questo mese, contraddicendo una decisione assunta tre mesi fa e concordata anche con l'ANCI Sicilia.