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La presenza dello Stato dove fu incarcerato Giuseppe Di Matteo

| Enzo Ganci | Cronaca varia

Sono cominciate oggi le operazioni di aratura del fondo

VALLELUNGA PRATAMENO, 20 luglio - Sono iniziate stamattina a Vallelunga Pratameno (CL) le operazioni di aratura di un terreno confiscato dall’autorità giudiziaria di Caltanissetta ad Alfonso Scozzari e assegnato al Consorzio Sviluppo e Legalità.

“Oggi siamo qui – ha spiegato il presidente dell’ANM Rodolfo Sabelli – per offrire l’esempio di un impegno praticato e non declamato. Siamo qui in occasione della prima aratura di un terreno confiscato alla mafia – nei luoghi in cui fu segregato per tre giorni il piccolo Giuseppe Di Matteo – e ora restituito alla società civile e alla legalità. Siamo qui per dimostrare visivamente la presenza dello Stato in tutte le sue istituzioni”.

Per il presidente del Consorzio Piero Capizzi é importante operare in sinergia tutte le Istituzioni per proseguire in un cammino virtuoso che crei sviluppo ed occupazione fra i giovani. "Oggi siamo qui per dare con questa operazione l'avvio ad un progetto importante che crea sviluppo ed occupazione grazie al supporto della cooperativa Placido Rizzotto, si tratta di un gesto concreto , nato da una intesa tra istituzioni che operano per ripristinare la legalitâ con fatti e non solo parole".

All’iniziativa erano presenti, con il presidente dell’ANM Rodolfo Sabelli e il presidente e il segretario dell’ANM di Caltanissetta, Fernando Asaro e Renata Giunta, il prefetto di Caltanissetta Maria Teresa Cucinotta; il questore di Caltanissetta Bruno Megale; il comandante provinciale dei Carabinieri di Caltanissetta Angelo De Quarto assieme al comandante della compagnia di Caltanissetta Domenico Dente, al comandante della stazione di Vallelunga Pratameno, Vincenzo Taliano, e al comandante della stazione di Marianopoli Giovanni Immordino; il capitano Sebastiano Rapisarda, in rappresentanza del Comando provinciale della Guardia di Finanza di Caltanissetta; il presidente e il direttore del Consorzio Sviluppo e Legalità, rispettivamente Piero Capizzi, sindaco di Monreale, e Lucio Guarino; il responsabile regionale di Libera Umberto Di Maggio; Emanuela Giuliano, dirigente del servizio legalità e beni confiscati alla criminalità mafiosa presso la segreteria della presidenza della Regione Sicilia e Giulio Guagliano, capo di gabinetto alla presidenza della Regione.

La delegazione ha visitato, inoltre, la villa – altro bene confiscato a Scozzari – all’interno della quale è stato sequestrato per tre giorni il piccolo Giuseppe Di Matteo – il figlio del collaboratore di giustizia Santino Di Matteo – rapito il 23 novembre 1993 all’età di 13 anni e poi strangolato e sciolto nell’acido su ordine di Giovanni Brusca.

· Enzo Ganci · Editoriali

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