Nel 2016 in Sicilia il "Festival del Patrimonio Culturale Immateriale dell'Unesco": Monreale al momento non c'è

Ci sarà invece San Giuseppe Jato con i percorsi del parco archeologico

MONREALE, 8 luglio - Un appuntamento di grande prestigio e grande risonanza che, al momento, non vedrà protagonista Monreale. Un happening che ha tutta l'aria di essere un'occasione mancata.

Parliamo del Festival del patrimonio culturale “immateriale” dell'Unesco, che si terrà in Sicilia nel settembre del 2016, al quale la nostra cittadina, pur essendo stata insignita qualche giorno fa dell'importante riconoscimento di sito Unesco, per via del suo splendido duomo, non ci sarà. Assenza che si profila nonostante Monreale sia membro del consiglio di presidenza dell'ICCN (InterCity Cultural Network), cioè l'organismo che raccoglie diverse località in tutto il mondo che con frequenza pluriennale dà vita ad una sorta di raduno mondiale delle diverse culture e tradizioni popolari del pianeta.
La mancanza si nota di più se si considera, invece, che fra i centri che saranno protagonisti fra un anno c’è la vicina San Giuseppe Jato, che all’appuntamento di settembre 2016 metterà in mostra le passeggiate lungo i sentieri del Parco Archeologico dello Jato.

Eppure l’ultimo appuntamento, che si era tenuto a Gangneung, in Sud Corea nel 2012 si era concluso secondo i migliori auspici. Non è da escludere che la decisione sia maturata a causa della mancanza di una nostra rappresentanza all’ultimo appuntamento preparatorio che, ironia della sorte, si è svolto anche a Monreale nei giorni scorsi e che ha visto protagoniste le amministrazioni di Palermo e Catania.

L’appuntamento “in questione” vedrà l’arrivo di 55 delegazioni (tutte con almeno dieci rappresentanti) dai paesi più disparati: dalla Jamaica, alla Russia, alla Cina, alle Filippine, al Brasile.
Del patrimonio immateriale dell’Unesco fanno parte tante tradizioni culturali che sono diventati ormai simbolo della cultura dalla quale vengono fuori. Parliamo, ad esempio, della “Haka” maori, nota in tutto il mondo per essere rappresentata dagli “All Blacks”, la nazionale neozelandese di rugby, prima di ogni partita. O, anche, il teatro sanscrito indiano, la samba di roda brasiliana e tante altri espressioni culturali originarie dai quattro angoli del mondo.
L’Italia gioca le sue carte con l’opera dei pupi siciliana, la coltivazione dell’uva ad alberello di Pantelleria, i riti delle processioni sacre o, ultimo inserimento nella lunga lista mondiale, la dieta mediterranea.

L’ultima parola, però, per l’obiettivo di settembre 2016, non è ancora detta: il tempo per salire su un treno prestigioso, che certamente sarà una importante vetrina, ancora c’è. Bisogna, però, non perderne dell’altro e mettersi al lavoro proficuamente.