Quella sanzione va sospesa, il Comune per ora risparmia 309 mila euro

Il Consiglio di Stato stoppa l'efficacia di un'ammeda, inflitta per un ritardo di sei giorni

ROMA, 5 giugno – Un ritardo di soli sei giorni che sarebbe potuto costare caro: la bellezza di 309 mila euro. A tanto, infatti, ammontava la sanzione inflitta al Comune dal Ministero degli Interni per aver trasmesso una documentazione con un lieve “fuori tempo massimo”.

Il ritardo aveva prodotto una batosta non da poco, che l’amministrazione avrebbe dovuto pagare, se non si fosse vista dare ragione, almeno nella richiesta di sospensiva, dal Consiglio di Stato. Per il momento, quindi, questa grossa cifra potrà restare nei cassetti del municipio e non essere versata allo Stato. Un risparmio frutto, come detto, del pronunciamento del Consiglio di Stato, che ha accolto la richiesta di sospensiva avanzata dal Comune di Monreale.

A dare ragione alle richieste del Comune è stata la Terza Sezione del Tribunale amministrativo di secondo grado, in sede giurisdizionale, presieduta da Piergiorgio Lignani, dopo che, in primo grado, il Tar del Lazio aveva dato torto al Comune, rigettando la richiesta della sospensiva che era stata precedentemente inoltrata.
Ma veniamo ai fatti. Nel 2013 il Comune di Monreale avrebbe dovuto trasmettere al Ministero dell’Interno, per il tramite della Prefettura di Palermo, dei documenti comprovanti il rispetto di alcune regole finanziarie relative all’anno 2010. Una prassi estesa a tutti i Comuni in regime di pre dissesto, Monreale, fra questi, ovviamente. Questa trasmissione sarebbe dovuta avvenire entro il 2 aprile del 2013. Il Comune, però, effettuò la trasmissione l’8 aprile, cioè con un ritardo di appena sei giorni.
Ritardo che scatenò la scure del ministero che inflisse all’amministrazione di allora una sanzione di ben 309 mila euro. Di certo più che una scoppola, pesante da digerire.

Ecco perché la giunta comunale a guida Di Matteo decise di presentare ricorso al Tar, curato dall’allora consulente del sindaco, avvocato Andrea Terranova. Il pronunciamento del Tribunale amministrativo (quello del Lazio), però, non fu favorevole al Comune. Il 27 febbraio di quest’anno, infatti, il municipio si vide arrivare la sentenza che spegneva le speranze monrealesi di non dover pagare l’ammenda.

Contro questo rigetto, tuttavia, il Comune decise di presentare ricorso, rivolgendosi al secondo grado, cioè al Consiglio di Stato, con un ricorso patrocinato dall’avvocato amministrativista Carlo Comandè (nella foto), che adesso, fortunatamente per le casse municipali, è stato accolto.
Il Consiglio di Stato, tra l’altro, nel dare ragione al Comune di Monreale, dicendo sì, quindi, alla sua richiesta di sospensiva, ha, per così dire, “sconfinato” sul terreno del merito, sottolineando come il pagamento della sanzione avrebbe arrecato un grave danno al Comune, già alle prese con notevoli problemi di natura finanziaria, tanto da essere fra quelli in pre dissesto. Il Consiglio di Stato, inoltre, ha ritenuto illegittima ed irragionevole una sanzione così elevata per un semplice (peraltro lieve) ritardo.

Quella sanzione, infatti andava erogata in caso di mancata trasmissione della documentazione, ma non per quella tardiva, considerando, tra l’altro, che il Comune aveva rispettato le direttive, per quanto l’attestazione fosse stata trasmessa qualche giorno dopo la scadenza
Questi ultimi passaggi, sono convinti gli avvocati dello studio Comandè, potranno essere molto utili alla causa, quando, probabilmente nel giro di un anno, la questione verrà discussa sul piano del merito.