Ninni Gullo parla al TG3: "Dopo le minacce non ho esitato ed ho denunciato"

L'imprenditore monrealese alla festa di "Addio Pizzo" 

PALERMO, 29 maggio – Anche quando i nostri clienti si sono tirati indietro, per noi è stata una spinta in più". E' questo uno dei passaggi dell'intervista rilasciata oggi da Ninni Gullo al TG3 regionale, relativa alla sua vicenda legata all'estorsione di cui è stato vittima.

Ninni Gullo, figlio di Toti, ex sindaco di Monreale, da quel giorno, era il 2012, ha cambiato anche il suo modo di fare impresa, intanto non esitando a denunciare chi voleva taglieggiarlo, poi diventando anche parte attiva di "Addio Pizzo" l'associazione che combatte il racket, della quale in questi giorni si celebra la festa per i dieci anni di attività. Un evento che durerà tre giorni con un programma molto fitto di manifestazioni, spettacoli e dibattiti, del quale si è già occupato Monreale News nei giorni scorsi.

Il giovane imprenditore monrealese ha partecipato stamattina alla manifestazione organizzata proprio da "Addio Pizzo". Nell'intervista rilasciata stamattina, in piazza Magione a Palermo, al Tg3 regionale, alla giornalista Agnese Licata, Gullo ha raccontato le sue vicissitudini: "Si sono presentati a casa chiedendoci se volevamo le 'cose a posto' - ha detto l'imprenditore - come se fosse la cosa più normale.Questo ci ha anche starnito".

Il giovane monrealese decise da subito di denunciare i sui estortori e di aderire all'associazione "Addio Pizzo".
"I nostri clienti iniziali – ha proseguito Ninni Gullo - si sono tirati indietro ma non ci siamo demoralizzati, anzi è stata una spinta in più".

Sono quasi mille le adesioni di commercianti e imprenditori ad "Addio Pizzo", che ha supportato in tutti questi anni le denunce e l’attività di sostegno alle vittime, gli arresti, ma anche gli incontri con studenti di tutta Italia. L'idea è quella di dare un contributo alla città con un progetto di riqualificazione territoriale.

Francesca Vannini, componente del direttivo Addio Pizzo, ha dichiarato inoltre che ormai sono tanti i giovani imprenditori che, addirittura prima di aprire la loro attività, chiedono di aderire all'associazione come a voler sottolineare da che parte stanno, come una sorta di denuncia preventiva.