I dipendenti si erano rivolti all'avvocato Francesco Pepe
MONREALE, 22 aprile – Arrivano i soldi per i dipendenti Ato in servizio presso il Comune di Monreale per il periodo compreso tra il 23 dicembre ed il 28 gennaio. Il periodo in questione è quello compreso tra la sentenza di fallimento dell’Alto Belice Ambiente e la successiva sospensione dal lavoro.
Ad essere retribuiti saranno 71 dipendenti che si erano rivolti all’avvocato Francesco Pepe, per ottenere la corresponsione delle loro spettanze, che adesso otterranno in via transattiva dal Comune di Monreale. Ieri gli impiegati Ato hanno sottoscritto gli atti di quietanza presso lo studio legale, dopo i conteggi effettuati dal consulente Nino Maraventano. Gli atti saranno protocollati ed inviati alla Ragioneria del Comune. Saranno immediatamente esigibili gli emolumenti inferiori ai mille euro presso la Tesoreria del Comune. Gli altri invece (la maggior parte) saranno pagati tramite bonifico.
Determinante per l’ottenimento degli emolumenti, la volontà dell’amministrazione comunale che ha riconosciuto l’effettiva prestazione lavorativa dei dipendenti, che, per le note vicende, difficilmente avrebbero potuto ottenere quanto loro spettante dall’Ato, perlomeno in tempi brevi. Prima della sottoscrizione degli atti di quietanza, era arrivato l’ok da parte della curatela fallimentare, rappresentata dall’avvocato Cristina Bonomonte e quello del commissario straordinario dell’ex Ato, Giuseppe Taverna. Il periodo in questione, poco più di un mese, era stato caratterizzato, tra l’altro dalle festività natalizie, nel quale i dipendenti non avevano percepito alcun emolumento, pur avendo lavorato sodo. I dipendenti, per il tramite del loro legale, hanno chiesto la corresponsione degli emolumenti per “l’indebito arricchimento” del quale avrebbe beneficiato il Comune, in virtù delle prestazioni lavorative svolte dagli operatori Ato.
La richiesta dei dipendenti faceva leva sul fatto che il provvedimento di fallimento emesso dal tribunale non sarebbe stato loro “tempestivamente comunicato” con la conseguenza che essi “nonostante l’emanazione del provvedimento, avrebbero continuato ad espletare l’attività lavorativa dal 23 dicembre al 28 gennaio nella consapevolezza di continuare a godere della corresponsione degli emolumenti e dei contributi previdenziali previsti dalla legge”. Un comportamento, pertanto, fondato sulla assoluta buona fede.