Da Biagio Conte un messaggio di speranza ai malati del territorio

La testimonianza del missionario laico in "viaggio" con la sua croce

MONREALE, 16 aprile - Nei giorni di Quaresima di quest’anno, il missionario laico Biagio Conte ha scelto il Santuario dell’Addolorata di Monreale come luogo particolarissimo per trascorrere un tempo di meditazione, di preghiera e di penitenza.

La tappa arriva a conclusione di una parte del suo lungo pellegrinaggio lungo le strade della nostra Sicilia. Da alcuni mesi, come è noto, ha iniziato questo itinerario percorrendo le provincie di Palermo, Trapani, Enna, Caltanissetta, a piedi e con la croce sulle spalle per un messaggio di speranza e di amore. La sua presenza al Santuario, è stata per noi causa di fraterna gioia e anche fonte di diverse riflessioni, sul perché della sua permanenza in questo luogo. Cosa l’ha spinto a ritirarsi in solitudine in questo santuario? Cioè una serie di interrogativi, non dettati dal morboso desiderio della curiosità o da sciocche fantasie, ma da sinceri pensieri che ogni uomo di buona volontà si pone di fronte a fatti, eventi, come questo.
Non abbiamo posto alcuna domanda, perché sentivamo già nel profondo del cuore che questo soggiorno era un motivo di speranza e di incoraggiamento per il nostro cammino mariano legato al Santuario della Madonna Addolorata.

Negli ultimi giorni di permanenza al Santuario, Biagio ha accolto il nostro invito ad andare a trovare alcuni ammalati gravi e pregare con loro.
La prima visita fu al quartiere del Carmine, da “zio Michele”, che versava in gravissime condizioni di salute, tanto da rendere necessaria, il giorno prima, la presenza di un sacerdote per l’estrema unzione. L’arrivo di fra Biagio portò in quella casa tanto conforto e consolazione; mentre con tenerezza teneva tra le sue mani quella di io Michele, iniziò a pregare per quella cara famiglia. Improvvisamente zio Michele, con un gesto inusitato da tempo, aprì gli occhi e volgendo il capo verso di lui baciò devotamente per tre volte la mano di Biagio, nello stupore e nella commozione di tutti.

La seconda visita fu a Pioppo a casa di mamma Flavia Pizzimenti e del suo amato figlio Giuseppe, inchiodato a letto da oltre 29 anni da una gravissima patologia che gli impedisce di muoversi, tracheotomizzato ed alimentato forzatamente con una sonda gastrica. Una storia dolorosissima, vissuta con straordinaria dignità e profonda fede. Alla vista di Giuseppe, Biagio gli rivolse tenerissime parole di conforto, mentre le sue mani accarezzavano delicatamente il corpo del fratello in croce. Iniziammo a pregare, quando d’improvviso Giuseppe con volto luminoso di gioia e con gli occhi fissi su Biagio, lentamente e con molta difficoltà alzò le mani dal letto per fare il segno di croce e quindi li congiunse a mo’ di preghiera.
Fummo pervasi da una grande emozione che nei presenti provocò un dolce pianto e profonda letizia. Biagio, visibilmente commosso e con le lacrime agli occhi, guardando mamma Flavia le disse: “Tuo figlio è un preziosissimo dono del Signore, la sua vita è dolorosa, ma è gioiosa e gloriosa come la Croce di Gesù”.

L’incontro con Rosanna, un giovane sorellina, affetta da gravissima disabilità, costretta a vivere sempre a letto e bisognevole di tutto e di più. In attesa dell’arrivo di Biagio, mamma Giusy mi informò che Rosanna da oltre un mese non era più cosciente e versava in uno stato catatonico, avendo perso quel poco di autonomia che le permetteva anche se con molta difficoltà di comunicare e interagire. Tutto mi appariva buio e triste, e nel guardare Mario e Giusy sentivo il peso del loro dolore. Nel frattempo mi venne presentato un loro amico, che informato sul motivo religioso della mia presenza mi disse immediatamente che non credeva a niente e in nulla, ed incuriosito dall’arrivo di Biagio, che conosceva per fama, mi disse che comunque gli avrebbe fatto piacere salutarlo. L’incontrò con Biagio provocò in questo sconosciuto una forte emozione visibile nel suo volto in una espressione di gioia e di compiacenza. Biagio lo abbracciò calorosamente e si intrattenne con lui in intimo colloquio che durò alcuni minuti.

Quando Biagio entrò nella stanzetta di Rosanna un senso di gioia e di serenità pervase l’animo di tutti. Egli vedendola cominciò a tessere un intimo monologo d’amore e di tenerezza, baciandole le mani e fissandola con delicata gioia. Immediatamente, Rosanna guardando Biagio iniziò a ridere vistosamente, il suo volto brillava di felicità e iniziò a riconoscerci, dimostrando tutta la sua voglia di vivere. Iniziò a pregare recitando l’Ave Maria e sostenuta dalla musica della chitarra cantò “Madonna Nera”.
La commozione e il pianto ci accompagnarono per lunghi minuti e la preghiera di supplica si trasformò in benedizione e ringraziamento. Lasciammo questa cara famiglia con una promessa di Biagio che avrebbe portato Rosanna nel suo cuore, aggiungendola amorevolmente a Giuseppe, Michele e a tanti altri fratelli sofferenti.