"Sfido il magistrato a rinviarmi a giudizio"

Parla Paolo Ingrassia, il veterinario, assieme a Giambruno, al centro dell'inchiesta della Digos

PALERMO, 13 aprile – “I capi affetti da tubercolosi ad un solo organo normalmente vengono dati al libero consumo. Nel 2014 su 764 capi affetti solo 30 sono stati distrutti”.

Le carni degli animali affetti da tubercolosi, purchè non in una fase generalizzata dell’organismo, possono e devono essere commercializzati. Lo ha detto Paolo Ingrassia, monrealese, presidente del Sivemp, il sindacato dei veterinari italian, uno dei funzionari dell’Asp di Palermo indagati dalla Digos della Questura di Palermo, in merito all’accusa di aver messo in commercio carne affetta da tubercolosi. La vicenda era venuta fuori la settimana scorsa, quando erano stati sequestrati i beni dell’altro monrealese, Paolo Giambruno, capo del dipartimento veterinario dell’Asp 6 di Palermo. Paolo Ingrassia, assime a Giambruno, oggi ha convocato una coferenza stampa in via Onorato a Palermo.

“L’imprenditore Caruso – ha continuato Ingrassia – ha avviato alla macellazione tre vitelli risultati affetti da tubercolosi. Dato che e’ stata ravvisata una lesione tubercolare si e’ applicata la normativa che prevede il sequestro dell’organo e il suo successivo invio all’Istituto Zooprofilattico. Poi pero’ sono state fatte le analisi sui muscoli che sono risultate negative, a conferma che la tubercolosi riguardava solo un organo”. Poi Ingrassia si e’ soffermato sull’accusa di aver disposto alcuni trasferimenti come metodo coercitivo per costringere i dipendenti a eseguire determinati ordini.

“La rotazione del personale – ha affermato – e’ un obbligo imposto dal Ministero, non e’ discriminatoria. La rotazione, anzi, e’ utile a evitare incrostazioni che nel corso degli anni potrebbero crearsi tra un funzionario e un utente. Agiro’ legalmente contro chiunque continuera’ a infangare l’onore mio e del dipartimento dove lavoro – ha detto il veterinario -. Sfido il magistrato a rinviarmi a giudizio e sfido l’azienda ad adottare provvedimenti nei confronti miei o del dottore Giambruno. La mia battaglia e’ appena cominciata. Tutti noi mettiamo a rischio la nostra salute per portare avanti questo lavoro. Io mi sono fratturato entrambe le gambe a causa di una vacca e il dottore Giambruno si e’ operato diverse volte nell’ultimo anno per motivi di salute”.

“Questa indagine nasce dalla denuncia di un collega, secondo la quale nel dipartimento veterinario circolavano tangenti e le pratiche venivano svolte in cambio di dazioni di denaro, delle quali, pero’, non c’e’ assolutamente traccia dopo quattro anni di indagini. Il collega e’ stato da noi denunciato per calunnia ed e’ iscritto nel registro degli indagati. Non possiamo tollerare che il servizio veterinario di Palermo, che ha sempre operato nella legalita’, venga travolto da una macchina del fango, da accuse molto superficiali nonostante indagini complesse e intercettazioni”.

Lo ha detto Paolo Giambruno, direttore del Dipartimento di prevenzione veterinario dell’Asp di Palermo, nonche’ presidente dell’Ordine dei medici veterinari della provincia, indagato dalla Digos e sottoposto a sequestro patrimoniale.

“Io sono accusato di tre episodi di concussione – ha spiegato – non per dazione di denaro ma perchè avrei cercato di costringere alcuni colleghi a fare determinate cose. Non si tratta di tangenti. Noi non facciamo trasferimenti punitivi. Preferisco comunque non parlare di questo tema”, ha aggiunto.

Passando all’accusa di essere vicino al mafioso Salvatore Cataldo, Giambruno ha replicato: “Nel 2004 ho conosciuto un imprenditore di Carini, un certo Salvatore Cataldo, con il quale ho fondato una societa’ immobiliare. All’epoca era un personaggio incensurato, mai denunciato o arrestato. Nel 2007 Cataldo ha sparato al marito della sua amante. L’anno dopo hanno iniziato a circolare strane voci e lo abbiamo estromesso dalla societa’ imprenditoriale. Nel 2010 Cataldo e’ stato arrestato e nel 2012 e’ stato condannato per fatti di mafia ma la nostra societa’ non e’ stata toccata perche’ non a lui riconducibile. Se non l’hanno fatto non sanno fare le indagini o la societa’ non c’entra niente. Ho continuato ad avere rapporti con i figli che sono incensurati e stanno cercando di rimettere in piedi una societa'”.

Giambruno ha smentito categoricamente anche un’altra accusa, quella di aver comunicato in anticipo ad una ditta le date delle ispezioni: “Non e’ assolutamente vero. I controlli su tubercolosi o brucellosi vanno eseguiti secondo un preciso calendario e alla presenza dell’allevatore. Soltanto i cosiddetti blitz, nel caso in cui veniamo a conoscenza di gravi irregolarita’, vengono effettuati senza preavviso e con l’ausilio delle forze dell’ordine”.

“Candela (direttore generale dell’Asp di Palermo, ndr) si definisce parte lesa? Gli faro’ una relazione spiegandogli tutto – ha concluso -. I miei figli? Non si occupano di certificazioni sanitarie. Noi non siamo contro ma al servizio dei cittadini”.

(fonte Siciliainformazioni.com)