Il Comune non si oppone, potranno tornare le bancarelle in piazza Guglielmo

I venditori di souvenir, però, dovranno rispettare alcune prescrizioni

MONREALE, 1 aprile – Le bancarelle di souvenir potranno tornare a piazza Guglielmo, purchè abbiano il requisito del rispetto delle dimensioni di due metri per due e soprattutto quello della amovibilità. In pratica: al mattino potranno piazzarsi, ma la sera dovranno andar via.

L’indicazione è spiegata dall’atto, cosiddetto “ricognitivo”, emesso ieri dal Comune, che tiene conto di un percorso giuridico-amministrativo secondo il quale non esistono ostacoli veri e propri per consentire la ripresa dell’attività dei venditori ambulanti. Il Comune, infatti, ha preso atto che la delibera con cui viene regolamentata la presenza delle bancarelle in piazza Guglielmo non è stata mai revocata. Importante pure il fatto che il Tar, per quel che riguarda l’aspetto amministrativo, a seguito del ricorso presentato dagli avvocati Francesco Pepe e Giovanni Immordino, ha sospeso il provvedimento di revoca delle licenze.

Decisivo pure il particolare che il Tribunale del riesame, su istanza dell’avvocato Mario Caputo, non ravvisando ipotesi di reato e di deturpazione di piazza Guglielmo, aveva emesso un provvedimento di revoca del sequestro del Gip presso il Tribunale di Palermo
Per la ripresa delle attività, però, i commercianti, oltre a sostenere le spese per la realizzazione delle nuove bancarelle a norma, dovranno subito approntare quelle per l'occupazione del suolo pubblico e per l'acquisto della merce, in vista dell'approssimarsi della stagione estiva .

In pratica, l'unica "colpa" che è stata attribuita ai titolari delle licenze è quella di avere occupato uno spazio superiore a quello per il quale era stato corrisposto il contributo per il suolo pubblico. Per questo motivo il Comune aveva intimato il pagamento a ciascuno di essi di multe per il mancato pagamento della tassa di occupazione del suolo pubblico. A tal proposito gli ambulanti hanno presentato ricorso, tramite i legali Francesco Pepe e Francesco Altamore, alla Commissione Tributaria, ma ancora di questo non si conoscono gli esiti.