Parcheggio Marzio Tricoli, da simbolo antimafia a luogo di degrado

Fu inaugurato nell'aprile 2004, dopo essere stato confiscato alla mafia

MONREALE, 31 marzo – Domenica mattina sono scattati i sequestri. I vigili urbani hanno messo i sigilli ai mezzi Ato abbandonati nel parcheggio Marzio Tricoli, ma quell’area era nata sotto ben altri auspici e con ben altre finalità. Ricordiamone il percorso.

Il parcheggio era stato inaugurato il 26 aprile del 2004, alla presenza del presidente della commissione nazionale antimafia di allora, Roberto Centaro, del presidente della Regione, Totò Cuffaro, di quello della provincia, Francesco Musotto e del prefetto di Palermo, Giosuè Marino. Era un modo per ricordare "Marzio Tricoli", il politico tragicamente scomparso un anno prima, ma soprattutto per ribadire la presenza e la vittoria dello Stato che si appropria di beni appartenuti a Cosa Nostra.

L’area, posta a ridosso del centro abitato di Monreale, lungo la strada statale 186, infatti, era prima un capannone, appartenente al boss Giuseppe Balsano. Dopo che a questi erano stati sequestrati i beni, l’amministrazione comunale, allora guidata da Salvino Caputo, aveva pensato di fare dell’immobile un parcheggio pubblico, in considerazione dell’elevato numero di autovetture che stazionavano in quella zona, ricca di esercizi commerciali. 75 mila euro il costo dell’opera, finanziata dalla provincia regionale di Palermo.

“Sono felice quando i beni ritornano nel circuito della legalità – aveva commentato quel giorno Centaro, alla presenza della moglie di Tricoli, Giuliana e della mamma Mirella – Ritengo che questo fatto sia uno dei modi migliori per combattere la mafia. Un simbolo forte di un’antimafia che si fa attraverso i fatti e le cose concrete. Non servono le polemiche, ma combattere insieme questo cancro è il modo migliore della politica di presentarsi ai cittadini”.
Sul ricordo di Marzio Tricoli, si era soffermato poi il presidente della provincia Musotto: “Siamo orgogliosi di aver creato questa sinergia – disse – e soprattutto di aver intestato questo luogo a Marzio Tricoli che della lotta alla mafia ha fatto un motivo del suo impegno politico”.
Il sindaco, Salvino Caputo, aveva posto l’accento, infine, sull’importanza della confisca dei beni dei mafiosi: “E’ un segnale forte che vogliamo dare alla società civile e a tutti coloro che credono in un riscatto della nostra terra – dichiarò Caputo – Credo che il miglior modo per combattere cosa nostra è quella di colpirla direttamente con la soppressione dei loro beni”.

Dichiarazioni, lette oggi, che stridono parecchio con lo stato in cui versa adesso il parcheggiosul quale, con ogni probabilità le indagini della magistratura diranno probabilmente qualcosa di più concreto.