La delegazione monrealese dell'Uciim ricevuta in udienza da Papa Francesco

L'incontro ieri mattina alla sala Nervi del Vaticano

ROMA, 15 marzo – C'era anche la sezione locale dell'Uciim di Monreale, l’Unione cattolica insegnanti, ieri pomeriggio durante l'udienza davanti Papa Francesco nell'Aula Paolo VI in occasione dei 70 anni di attività dell'associazione di insegnanti cattolici.

La delegazione monrealese era “capitanata” dalla presidente regionale dell'Uciim Sicilia, Chiara Di Prima e rappresentata dalla presidente della sezione Alessandra Di Benedetto, ma anche da Patrizia Roccamatisi, dirigente della "Monreale II", dall'assessore Nadia Granà, assieme ad altri membri dell'Uciim Monreale.
È stata sicuramente una grande emozione per il gruppo poter assistere ad un'udienza papale nella quale il Pontefice ha espresso parole importanti per la scuola e per il personale che vi opera.
“Un lavoro bellissimo ma malpagato - ha detto Papa Francesco - che non è solo trasmissione di nozioni, ma una relazione. In una società che fatica a trovare punti di riferimento, i giovani trovino nella scuola un riferimento positivo”, è stata l'esortazione di Papa Francesco agli educatori che li ha invitati ad andare nelle “periferie della scuola”, per non abbandonarle “all’emarginazione, all’ignoranza e alla malavita”.
"Il lavoro – spiega il Papa – è condiviso con i colleghi e l’intera comunità educativa. Fondata da Gesualdo Nosengo nel 1944, quando l’Italia era ancora in guerra, l’Uciim – prosegue Papa Francesco – ha fatto tanta strada: ha “contribuito a far crescere il Paese, a riformare la scuola, a educare generazioni di giovani con quell’entusiasmo e disponibilità che la fede nel Signore dona. Dovete insegnare non solo i contenuti di una materia, ma anche i valori della vita e le abitudini della vita. Per imparare i contenuti è sufficiente il computer, ma per capire come si ama, per capire quali sono i valori e quali abitudini sono quelle che creano armonia nella società ci vuole un buon insegnante”.
“Il dovere di un buon insegnante a maggior ragione di un insegnante cristiano – ha concluso il pontefice - è quello di amare con maggiore intensità i suoi allievi più difficili, più deboli, più svantaggiati. Gesù direbbe: se amate solo quelli che studiano, che sono ben educati, che merito avete? E ce ne sono alcuni che fanno perdere la pazienza, ma quelli dobbiamo amare di più! Quelli che non vogliono studiare, quelli che si trovano in condizioni di disagio, i disabili e gli stranieri, che oggi sono una grande sfida per la scuola”.
“L'esperienza vissuta nei tre giorni celebrativi dei 70 anni dell'Uciim- ha detto Chiara Di Prima, presidente dell'Uciim Sicilia e dirigente della “Novelli”- che ha visto nell'udienza con il Santo Padre il coronamento di un sogno e di una speranza, ci ha incoraggiato a guardare al futuro con rinnovato entusiasmo, nella qualità di persone di scuola, appassionate della propria professione vissuta quotidianamente come missione. L'Uciim Sicilia – ha concluso Chiara Di Prima – che mi onoro di presiedere, ha vissuto con emozione e grande coinvolgimento ogni momento dell'evento celebrativo”.