UNESCO: La storia di un patrimonio che noi siciliani vogliamo arricchire con i nostri monumenti

Da oltre 40 anni l'Italia impegnata in una battaglia di protezione del patrimonio artistico

PALERMO, 15 marzo - Iniziamo oggi un "viaggio" nel pianeta Unesco, affrontando a 360 gradi le tematiche connesse alla candidatura dell'itinerario arabo-normanno di Palermo, Monreale e Cefalù, grazie al contributo di una penna d'eccezione, quella di Aurelio Angelini, direttore della Fondazione "Unesco Sicilia".

Oggi partiamo dalla storia del patrimonio Unesco, che comincia poco più di quarant'anni fa e che, per quanto ci riguarda, vedrà il suo giorno più importante il 29 giugno prossimo, quando prenderanno il via i lavori della Commissione che, come tutti auspichiamo, dovrebbero concludersi con la proclamazione (verosimilmente un paio di giorni dopo) dell'itinerario arabo-normanno nel patrimonio mondiale dell'Umanità.

di Aurelio Angelini

Nel 1972 con la sottoscrizione da parte dell’Italia della Convenzione sulla protezione del patrimonio mondiale, culturale e naturale dell’UNESCO, il nostro Paese ha assunto l’obbligo di garantire l’identificazione, la protezione, la conservazione, la valorizzazione e la trasmissione alle generazioni future del patrimonio culturale e naturale situato nel loro territorio. A tale proposito è stato istituito presso l’UNESCO un Comitato intergovernativo per la tutela del patrimonio culturale e naturale mondiale, denominato “Comitato del Patrimonio Mondiale”, con il compito di gestire la World Heritage List (WHL).

La protezione dell’UNESCO non si estende a tutti i beni culturali, ma solo a quelli di valore eccezionale universale, se risponderanno ad almeno uno dei criteri definiti dall’UNESCO. A tale scopo l’UNESCO ha stabilito dei stringenti criteri per le candidature di nuovi siti nella Lista del Patrimonio Mondiale, che è subordinata alla predisposizione di un adeguato Dossier di Candidatura, di un Piano di Gestione e dell’istituzione dell’Ente gestore.

Nel 1996 lo Stato italiano ha inserito nella lista propositiva italiana il sito denominato “Centro storico di Palermo, Orto botanico e Complesso di Monreale”. Nel corso degli anni, la lista propositiva depositata presso l’UNESCO, comprendeva la proposta modificata, inserita il 6 giugno 2001, riguardante “Palermo e la cattedrale di Monreale. In seguito attraverso uno studio preliminare voluto dalla Fondazione Banco di Sicilia, è stato individuato l’itinerario “Palermo Arabo-Normanna e le Cattedrali di Cefalù e Monreale”. Il 27 luglio 2009 è stata presentata dall’onorevole Tonino Russo una risoluzione alla VII Commissione Cultura, scienza e istruzione, volta ad impegnare il Governo ad adottare tutte le iniziative utili per sostenere e accelerare il processo di inserimento del complesso monumentale arabo-normanno di Palermo, Cefalù e Monreale nella lista del patrimonio mondiale.

Il 26 gennaio 2011 all’Assemblea Regionale Siciliana - alla presenza del suo Presidente - si è svolto un incontro al quale hanno partecipato le Istituzioni Regionali, le amministrazioni locali, nonché esponenti delle istituzioni laiche e religiose, compresi i movimenti e le associazioni della società civile e del mondo della cultura, con l’obiettivo di supportare la proposta di candidatura per l’iscrizione di: “Palermo Arabo-Normanna e le Cattedrali di Cefalù e Monreale”.

Un’evidente manifestazione a promuovere la candidatura da parte di tutte le Istituzioni, ma anche della più ampia rappresentanza del tessuto economico, sociale culturale dei tre comuni interessati dal progetto UNESCO, con la quale il comitato tecnico-scientifico, di cui ho l’onore di presiedere, è stato impegnato nella redazione del Dossier di candidatura e del Piano di gestione, tessendo una fitta rete di incontri tecnici di lavoro, che hanno portato a produrre il documento finale necessario per l’ufficiale candidatura del sito seriale proposto: Palermo Arabo-Normanna e le Cattedrali di Cefalù e Monreale nella Lista UNESCO del Patrimonio Mondiale dell’Umanità.
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