Oggi 2 febbraio, è la festa della Candelora

La Chiesa cattolica festeggia la presentazione di Cristo al Tempio

MONREALE, 2 febbraio – Oggi, la Chiesa cattolica celebra la presentazione di Gesù al tempio; festa popolarmente nota come “La Candelora” perché legata all’accensione delle candele simbolo della luce portata da Gesù. Ma la candelora è anche materia di proverbi legati al tempo.

Viene così definita perchè il 2 febbraio si benedicono le candele, simbolo di Cristo "luce per illuminare le genti", come il bambino Gesù venne chiamato dal vecchio Simeone al momento della presentazione al Tempio di Gerusalemme. La presentazione e consacrazione a Dio per i primogeniti maschi ebbe origine dalla la notte in cui tutti i primogeniti degli egiziani perirono sotto la spada dell’angelo sterminatore e divenne l'atto di fede e la manifestazione di ringraziamento compiuto dal popolo ebraico in memoria del beneficio divino ricevuto.

Questa giornata è detta anche "purificazione di Maria" che, secondo l'uso degli ebrei, come ogni donna del tempo, ogni madre che avesse dato alla luce un figlio veniva considerata impura per 7 giorni e per altri 33 non poteva partecipare a qualsiasi forma di culto. Il rituale della purificazione prevedeva che si accendessero delle candele portate in processione solenne.
Dal punto di vista pagano, invece, le origini della Candelora vanno ricercate nelle antiche celebrazioni legate alle divinità romane. Il nome del mese, infatti, deriva dal latino februare, che significa "purificare" o "un rimedio agli errori" dato che nel calendario romano febbraio era proprio il periodo dei rituali di purificazione, tenuti in onore del dio etrusco Februus e della Dea romana Febris.

Nella ruota dell’anno, specialmente nell’Italia centro-settentrionale, se gli ultimi tre giorni di gennaio sono i giorni della merla, intesi come i più freddi dell’anno, la Candelora rappresenta una sorta di porta tra l’inverno, oramai verso il declino, e l’imminente primavera. In tal senso, anche la tradizione popolare abbonda di proverbi che, a detta di molti, permettono di ipotizzare come evolverà la seconda parte della stagione fredda. Così, anche recentemente, nel palermitano capiterà di sentir dire: "Pi la santa Candelora, si nivica o si chiovi, ri l' imbiernu semu fora ma si c'è u suli o suliceddu semu sulu a nmiezzu imbiernu”

La Candelora ha somiglianze con i Lupercali (in latino: Lupercalia), una festività romana che si celebrava nei giorni nefasti di febbraio, in onore del dio Fauno nella sua accezione di Luperco (in latino Lupercus), cioè protettore del bestiame ovino e caprino dall'attacco dei lupi e che secondo un'altra ipotesi, avanzata da Dionisio di Alicarnasso, ricordano il miracoloso allattamento dei due gemelli Romolo e Remo da parte di una lupa che da poco aveva partorito.
La Cendelora è festeggiata in lungo ed in largo anche fuori dai confini nazionali. In Messico, ad esempio, “El día de la Candelaria” è una festa molto importante durante la quale ogni famiglia veste con abiti eleganti dei bambolotti, simboleggianti Gesù bambino. Li portano in chiesa per la benedizione per poi festeggiare con un grande pranzo con parenti e amici mangiando i famosi tamales realizzati con pasta di farina di mais (chiamato "Masa") e riempiti di ingredienti dolci o salati avvolti in buccia di mais e foglie di banano e cotti a vapore. In Francia invece Chandeleur è la festa delle crepes, una festa pagana che garantirebbe il raccolto di un grano perfettamente dorato.

Domani 3 febbraio, invece, è la festa di san Biagio, santo che guarì miracolosamente un bimbo cui si era conficcata una lisca in gola, con la tradizionale benedizione della gola, la cui formula, pronunciata dal sacerdote in italiano è: "Per intercessione di San Biagio, Vescovo e Martire, Dio ti liberi dal mal di gola e da ogni altro male. Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen". Questa benedizione viene impartita usando due candele benedette nel giorno nel giorno precedente, cioè per la festa della Candelora. Tale benedizione popolare, nel tempo delle aspirine e del collutorio, può apparire alquanto sorpassata anche se, è bene ricordare, che un tempo tutti venivano affidati alla provvidente benedizione di Dio e nel nome di San Biagio, in ricordo della difterite, malattia della gola spesso mortale, che attaccava soprattutto i bambini.