I giorni della "merla", tante leggende all'insegna del maltempo

Bon tempu e malu tempu, 'un dura tuttu u tempu

MONREALE, 31 gennaio – Secondo la tradizione, questi ultimi giorni di gennaio coincidono con i tre giorni più freddi dell’anno che se per noi, abituati al caldo tepore degli impianti di riscaldamento, non dicono più di tanto, per i nostri vecchi, che dovevano convivere con inverni gelidi e poco calore in casa, erano giorni speciali.

Anche nella nostra amata Isola così la situazione meteo sta rispettando in pieno l’antica tradizione tanto che il “Vortice Polare” che si è abbattuto pure sulla Sicilia ha provocato un forte maltempo e copiose nevicate fino a bassa quota.

Ma quali sono le origini della locuzione “giorni della Merla”; giorni in cui il grigio e il buio hanno ancora il sopravvento sulla luce? Sapete perchè questi giorni di fine gennaio, i più freddi dell’anno per l'appunto, sono detti i “giorni della merla” ?
Se la veridicità del dato (quello che si tratti dei giorni più freddi dell’anno) può trovare riscontro, da un punto di vista meteorologico, resta però da definire il motivo del legame con la merla; un nesso certamente difficile da individuare al di fuori dell’ambito folkloristico. Una nota leggenda, racconta che i merli, originariamente, fossero di colore bianco e un tempo, il mese di gennaio avesse solo 28 giorni, e febbraio 31. Il grande "Generale Inverno" regnava sovrano nei mesi di dicembre e gennaio, mandando neve e gelo sull’intero globo. Un anno, merli, merle e merletti, uscirono dai loro nascondigli il 28 gennaio, contenti che il grande e temibile freddo stava per andarsene. Già si vedeva qualche filo d’erba spuntare da sotto la neve e sotto i primi pallidi raggi di sole i merli cominciarono a prendersi giuoco del vecchio Generale Inverno. Scampato il grande pericolo sbeffeggiarono Generale, incapace di far paura: febbraio era alle porte! Arrabbiatissimo con gli insignificanti uccellini, Generale chiese tre giorni in prestito a febbraio e scatenò la più grande bufera di tutto l’inverno: vento gelido e neve per tre giorni come non si era mai visto.

L’unico riparo che trovarono furono i tiepidi comignoli, dove i merli restarono nascosti per tre giorni. Con Febbraio la tempesta si placò e le temperature si alzarono. I merli uscirono e quando finalmente alzarono gli occhi e si guardarono l’un l’altro, videro che qualcosa era cambiato: le loro bianche piume erano diventate tutte nere per la fuliggine.

Tra le numerose interpretazioni, ve ne sono due, di origine evangelica. Si narra che un servo di Erode rubò una merla e i suoi piccolini, per prepararli con la polenta. Un merlo, nero come il carbone, prese una pagliuzza dalla culla di Gesù Bambino e la fece cadere sui suoi piccoli, che subito impararono a volare e così poterono scappare dalla loro prigionia. L’evento miracoloso fece sciogliere la neve e da allora, il 31 gennaio, le temperature ricominciarono a salire. Un’altra leggenda vede come protagonista un soldato di Erode che gettò del fiele nella scodella del latte di Gesù Bambino. Una merla, che vide tutto, bevette il latte avvelenato e per tre giorni soffrì, finché, il 31 gennaio, lo stesso Gesù Bambino fece tornare un caldo sole che accelerò la guarigione della merla.

Dante, nel Capitolo XIII del Purgatorio, Girone degli invidiosi, costretti dalla legge del contrappasso alla pena della cecità in quanto i loro occhi, in vita, godettero nel vedere il dolore altrui, mette in bocca alla nobildonna senese Sapia queste parole, gridando a dio: “Ormai più non ti temo!/come fè’l merlo per poca bonaccia”(Ormai non ti temo più come fa il merlo per un po’ di bel tempo).

Altra ipotesi sull’origine di questo modo di dire, meno romanzata e più storica, è riconducibile a Sebastiano Pauli che nel libro intitolato “Modi di dire toscani ricercati nella loro origine”, dà una spiegazione bellica alla locuzione “Giorni della merla” che, a suo dire, deriverebbe da un problema logistico in tempo di guerra: quello di far passare, a fine gennaio di molti anni fa, un cannone, chiamato “la Merla”, al di là di un fiume. Il grande freddo di quei giorni ne fece gelare le acque, offrendo un’occasione per risolvere il problema del trasporto.

Da allora tanti anni sono passati ma ancora oggi gennaio ha 31 giorni e i nerissimi merli stanno lì a ricordarci che il 29, 30 e 31 sono i giorni più freddi!