In una cattedrale gremita l'ultimo saluto a Sarina Ingrassia

Monsignor Pennisi: "Non una santa da cartolina, ma una donna concreta"

MONREALE, 24 gennaio - Con un lungo e caloroso applauso una folla commossa e composta ha tributato oggi pomeriggio l'ultimo saluto a Sarina Ingrassia. Le cerimonia funebre si è svolta in una cattedrale gremita da tantissimi amici e conoscenti della donna che ha fatto del volontariato la sua ragione di vita.

"E’ stata una piccola grande donna - ha detto l'arcivescovo di Monreale Michele Pennisi nel corso della sua omelia - piena di vita, di gioia e di coraggio, che ha affrontato la buona battaglia della fede spendendosi infaticabilmente per il Bene: è stata "l'angelo dei poveri" e degli ultimi di Monreale, che si è impegnata affinché i “senza voce” potessero trovare una mano amica, un sorriso, una carezza di sostegno.
La sua vita è stata caratterizzata dalla fede semplice e profonda in un Dio che si "incarna" nell'essere umano, dalla carità fattiva, dalla speranza ardente in un mondo nuovo senza ingiustizie.

Chi l’ha accompagnata negli ultimi giorni - ha proseguito il presule - ha visto una donna serena, lei molto credente, consapevole e appagata di avere vissuto una vita piena, di non essersi risparmiata per offrire ai più sfortunati un futuro migliore. Non si tratta di una santa da cartolina ma di una donna concreta, che ha cercato di interpretare e mettere in pratica il Vangelo attraverso il prossimo che ha incontrato. Sul capezzale del suo letto fino agli ultimi giorni stava questa scritta: “Alla sera della vita ciò che conta è avere amato”. È come una sintesi della sua professione di fede che ha difeso con tutte le sue forze.

Il quartiere - ha concluso l'arcivescovo - è stato per quarant’anni il luogo di espressione di un sentire che giorno dopo giorno si è tradotto in accoglienza, ascolto, sostegno per i tanti che hanno bussato alla porta della sua casa. Porta che per lunghi anni è rimasta socchiusa, capace cioè di custodire i suoi continui ospiti ed al contempo pronta ad aprirsi per accogliere il nuovo arrivato. Uno stile semplice e familiare animato da mamma Sarina- come veniva chiamata dai suoi ragazzi- fatto di pentole di minestrone sul fuoco, un tavolo adibito ora a mensa, ora a doposcuola o a luogo di progettazione".

Al termine della funzione religiosa Maria Daniela Miceli, da sempre molto vicina a Sarina Ingrassia, ha letto un passo del suo diario, rivolgendo un pensiero a Rosaria Gullo e a Piera Autovino, che per anni hanno condiviso con Sarina Ingrassia le iniziative finalizzate al contrasto della dispersione scolastica.
Un ulteriore profilo è stato tracciato da Fra Mauro Billetta, parroco della chiesa del rione Danisinni di Palermo, anch'egli per tanto tempo assiduo frequentatore della casa di Sarina Ingrassia".