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Amarcord: la nevicata dell'8 gennaio 1981

| Enzo Ganci | Cronaca varia

Monreale si risvegliò all'alba sotto mezzo metro di neve

MONREALE, 31 dicembre – Chi non è più giovanissimo ricorda ancora, come se fosse oggi, la data della madre di tutte le nevicate cadute su Monreale negli ultimi decenni: 8 gennaio 1981. Un giorno in cui la cittadina normanna si ritrovò sotto almeno mezzo metro di neve.

Quella data resta ancora scolpita nel ricordo di tantissimi monrealesi, perché causò enormi disagi a tutta la cittadinanza, sconvolgendo, per almeno una settimana le abitudini di grandi e piccini.

Quell'8 gennaio era il giorno in cui terminavano le vacanze di Natale e gli studenti si apprestavano a rientrare a scuola. Niente di tutto questo, però, successe, poiché gli alunni, solitamente restii ad alzarsi per recarsi in classe, quella mattina saltarono fuori dal letto di buon ora, svegliati dalle esclamazioni di incredulità dei loro genitori. Nessuno osava credere ai propri occhi: Monreale, fin dalle prime luci dell'alba, si era svegliata sotto mezzo metro di neve. Superfluo dire la gioia di tutti i ragazzi monrealesi, che, non solo non si recarono a scuola, ma ne approfittarono immediatamente per riversarsi in strada e giocare in tutti i modi più disparati: dalle classiche palle di neve, alle scivolate sui sacconi di cellophane. Il gioco andò avanti per una settimana, passata alla storia recente di Monreale, come una delle più divertenti che si ricordino.

Di diverso avviso, ovviamente, i genitori di quei ragazzi, costretti a fare i conti con le innumerevoli difficoltà quotidiane. Intanto mancò la corrente elettrica per cinque giorni. C'era tutto fermo, forni elettrici, ascensori, illuminazione pubblica. La sera per le strade sembrava di vivere al tempo del coprifuoco durante la seconda guerra mondiale e in casa si stava tutti attorno al tavolo al lume di candela a giocare a carte o raccontare storie.

Senza corrente elettrica nessuno riusciva a fare pane e di conseguenza, andarono a ruba tutti i generi alimentari. Le gente prese d'assalto i negozi, che furono rapidamente "svaligiati". Le mamme, senza pane, davano da mangiare ai loro figli pandoro e panettone che avevano ancora in casa visto che si usciva dalle festività natalizie.
I monrealesi scoprirono in quella circostanza i doposci, che quasi nessuno teneva in casa. Tutti corsero ad acquistarli, così come i guanti da neve ed i cappellini di lana.

Dopo una settimana, però, come vuole il proverbio, secondo il quale "A squagghiata ra nivi si virunu i pirtusa", tutto ritornò alla normalità. I monrealesi tornarono a comprare regolarmente il pane e a guardare la tv la sera, e soprattutto gli studenti, ancora ebbri di gioia, tornarono mestamente a scuola.

· Enzo Ganci · Editoriali

MONREALE, 31 dicembre – Gli eccessi alimentari che caratterizzano le giornate in molte delle case del nostro territorio non devono farci distogliere lo sguardo da ciò che ci ha detto e ci ha lasciato quest’anno in eredità.

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