Storica sentenza della Corte di Giustizia Europea: stop al precariato nella scuola italiana

Letta stamattina la sentenza che cambierà il sistema di reclutamento

LUSSEMBURGO, 26 novembre – Una svolta storica nel mondo della scuola e, più in generale, in quello della pubblica amministrazione: non sarà più possibile reiterare i contratti a termine oltre i 36 mesi di servizio. Lo ha ribadito stamattina la Corte di Giustizia Europea.

Per circa 250 mila precari "storici", quindi, tra insegnanti e personale Ata, si aprono le porte della stabilizzazione.
Sull'utilizzo reiterato e immotivato dei dipendenti scolastici non di ruolo, pertanto, i giudici di Lussemburgo hanno dato ragione alle rivendicazioni poste prima di tutti dall'Anief nel 2010, il cui ricorso è stato coordinato anche dagli avvocati monrealesi Fabio Ganci e Walter Miceli (nella foto) chiudendo finalmente l'epoca del malcostume tutto italiano di assumere e licenziare in spregio alla direttiva 1999/70/CE del Consiglio del 28 giugno 1999 relativa all'accordo quadro CES, UNICE e CEEP sul lavoro a tempo determinato.

"Vittoria – commentano gli avvocati monrealesi - oggi, 26 novembre, la Corte di Giustizia Europea ha pronunciato una sentenza storica, che cambierà per sempre la politica del reclutamento dei docenti della scuola pubblica italiana. La Corte di Giustizia ha accertato la violazione della Direttiva CE del 1999 da parte dello Stato Italiano che, per oltre un decennio, ha illegittimamente imposto il rinnovo di contratti a tempo determinato per provvedere alla copertura di posti vacanti d'insegnamento, in assenza di qualsivoglia ragione oggettiva. Le sentenze della Corte di Giustizia – concludono - sono vincolanti per i giudici nazionali. Da oggi, con forza, possiamo affermare: c'è un Giudice a Lussemburgo".