C'è attesa per la sentenza della Corte di Giustizia Europea sui precari della scuola: sperano anche tanti monrealesi

Fra gli artefici del ricorso gli avvocati monrealesi Walter Miceli e Fabio Ganci

MONREALE, 19 ottobre – Anche per i tanti monrealesi precari della scuola il prossimo 26 novembre potrebbe essere una data estremamente importante. Quella in cui la Corte di Giustizia Europea farà chiarezza definitiva sulle loro speranze di assunzione.

Per quella data, infatti, è attesa la sentenza della Corte che ha sede in Lussemburgo, che dirà l'ultima parola sulla vertenza giudiziaria condotta, finora in maniera impeccabile, dal sindacato Anief, nel cui collegio legale ci sono gli avvocati monrealesi Walter Miceli (nella foto) e Fabio Ganci.

La vicenda parte dall'azione intrapresa con l'ordinanza del 13 gennaio 2013. La sentenza comunitaria sarà pronunciata nei prossimi giorni, ma l'attenzione e l'entusiasmo collettivi verso il verdetto hanno avuto un'impennata dopo che la Cancelleria della Corte ha comunicato che l'udienza finale è prevista per le ore 9.30 del 26 novembre prossimo.

Per quella data, pertanto, in rue du Fort Niedergrünewald, Lussemburgo-Kirchberg, la Corte di Giustizia Europea pronuncerà una sentenza storica, destinata a cambiare per sempre la politica del reclutamento dei docenti della scuola pubblica italiana.

"Noi crediamo e auspichiamo - dice l'avvocato Miceli in un'intervista al sito specializzato "Orizzontescuola"- che la Corte possa confermare le conclusioni dell'avvocato generale, Maciej Szpunar: sarà, in tal modo, accertata la violazione del diritto comunitario da parte dello Stato Italiano che, per oltre un decennio, ha illegittimamente imposto il rinnovo di contratti a tempo determinato per provvedere alla copertura di posti vacanti d'insegnamento, in assenza di qualsivoglia ragione oggettiva e con il solo scopo di lucrare un risparmio di spesa in danno di un'intera generazione di lavoratori della scuola".

I ricorrenti, in pratica, in caso di pronunciamento favorevole della Corte di Giustizia, troveranno la strada spianata per ottenere la stabilizzazione oppure un cospicuo risarcimento del danno. Le sentenze della Corte di Giustizia, infatti, sono vincolanti per i giudici nazionali. Poi, però, sarà compito dei singoli magistrati, un certo margine di discrezionalità in merito alla sanzione da applicare: alcuni Tribunali, infatti, propenderanno per la riqualificazione a tempo indeterminato del rapporto di lavoro, mentre altri sceglieranno la strada della condanna al pagamento dei danni".

Ma la portata della sentenza potrebbe andare ben oltre. E' ipotizzabile, infatti, un effetto a cascata su altri fronti.
"Una volta affermato il principio di non discriminazione tra il lavoro a tempo determinato e a tempo indeterminato – dice ancora Miceli – saranno destinati a cadere tutti gli istituti contrattuali che trattano in modo diverso il servizio svolto dai precari e quello prestato dagli insegnanti di ruolo; e ciò vale sia per la continuità didattica che per la ricostruzione della carriera. La sentenza della Corte di Giustizia, inoltre, se sarà positiva, rappresenterà una pietra miliare nella lotta contro lo sfruttamento e la precarizzazione di tutti i rapporti di lavoro".