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Terremoto del 2002, dodici anni da quei cinquantatré secondi che sembrarono non finire mai

| Federica Cordone | Cronaca varia

Monreale, uno dei comuni colpiti dal sisma

PALERMO, 6 settembre - Oggi ricorre XII° anniversario del terremoto che colpì la città di Palermo il 6 settembre 2002. Alle 3:21, ancora prima delle prime luci dell'alba, una terribile scossa di magnitudo di 5.6 della scala Ricther, ottava su quella Mercalli, svegliò tragicamente i siciliani.

Un evento sismico, con origine nel Mar Tirreno poco distante dalle coste dell'isola di Ustica e da quelle del palermitano.Tre anziani morirono di crepacuore, stroncati da un infarto, e centinaia di uomini e donne furono ricoverate per le ferite riportate a causa di cadute e sgretolamenti di muri e calcinacci. Lo choc era soltanto iniziato. 

Quei terribili cinquantatrè secondi, cominciarono con un sibilo, poi la terra prese a tremare. I fregi delle dimore più antiche si sbriciolarono come marzapane, i palazzi della città nuova ondeggiavano, la gente prese a riversarsi per le strade in cerca di riparo, lontano dal grumo di cemento che sembrava voler seppellire tutto e tutti. Il fragore di vetri rotti, calcinacci che piovevano come acqua a catinelle, sirene, grida d'aiuto assordanti. Cinquantatré secondi interminabili, poi la lunga notte e poi ancora il lungo giorno. Di panico.

Centinaia di persone cominciarono ad assalire gli sportelli automatici delle banche per rifrornirsi di denaro contante e file di macchine assediavano i distributori di benzina. Tutte le zone all'aperto, libere dal cemento, divvenero formicai umani. Luoghi opportuni per riparsi. Ovunque, regnava Il panico assoluto. Nei momenti immediatamente successivi al terremoto, in piena fase di emergenza, l'attenzione dei mezzi di comunicazione e degli organi istituzionali preposti al rilievo dei danni, fu rivolta in massima parte al capoluogo siciliano, mentre gli unici effetti di rilievo riportati per le località esterne si riferivano al comune limitrofo di Ficarazzi. Le prime notizie ufficiali sull'evento sismico, furono abbastanza rassicuranti. Sui quotidiani dell'8 settembre, infatti, si leggeva quasi ovunque "niente danni gravi a palazzi e monumenti".

Nonostante ciò, la gente faticava a rientare nei loro appartamenti, in special modo gli abitanti degli edifici più alti. Fu così che - dopo l'enorme paura, la beffa - lasciando campo libero ai numerosissimi sciacalli che anche di fronte alle disgrazie umane più significative, non risparmiano colpi a nessuno, tantissime persone subirono furti e atti vandalici ai danni delle abitazioni. Nelle settimane seguenti, la "conta" dei danni ai presentò in tutta la sua reale consistenza. La squadra per il rilievo macrosismico "Quest", team di esperti dedicato al rilievo macrosismico e geologico post-terremoto, sulla base anche delle informazioni che cominciavano a pervenire presso la sala operativa del dipartimento regionale di Protezione Civile, per verificare l'estensione complessiva dell'area danneggiata, effettuò una indagine approfondita sui comuni dell'hinterland.

Le analisi, misero in evidenza un quadro cumulativo di danneggiamento più significativo di quanto rilevato subito dopo l'evento, anche se gli effetti del terremoto inzialmente furono stimati "generalmente lievi, appena sopra la soglia del danno". Tali effetti furono riscontrati lungo una fascia estesa circa 80 km sulla costa e nell'immediato entroterra e tra le località interessate dai danni del sisma fu annoverata anche la città di Monreale. I danni osservati non investirono fisicamente i monrealesi - e questo fu fondamentale - ma colpirono abitazioni ed edifici: lesioni alle murature ed ai tramezzi, soprattutto ai piani bassi, e caduta di calcinacci. Solo in situazioni occasionali, nei casi di problemi presistenti legati a problematiche che già gravavano su alcuni edifici, si registrarono danni significativi di tipo strutturale.

Nei giorni che seguirono la scossa principale, gli abitanti dei luoghi interessati dal sisma, sebbene terrorizzati, iniziarono una lenta e sofferta ricostruzione che ancora oggi, a distanza di dodici anni, forse non potrà ritenersi del tutto conclusa e che richiama alla mente anche le problematiche del dopo 68' ed i danni che quel terremoto causò al territorio monrealese, con Grisì in prima linea.

· Enzo Ganci · Editoriali

MONREALE, 31 dicembre – Gli eccessi alimentari che caratterizzano le giornate in molte delle case del nostro territorio non devono farci distogliere lo sguardo da ciò che ci ha detto e ci ha lasciato quest’anno in eredità.

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