Muore dopo un'operazione al femore, per i familiari è omicidio colposo

Salvatore Campanella non ce l'ha fatta. Scattano due indagini

PALERMO, 12 agosto - Se si tratta di uno dei tanti casi di malasanità, di cui parlano spesso le cronache, lo dirà la magistratura. Quel che è certo è che la morte di Salvatore Campanella, novantenne pensionato di Monreale, desta parecchi sospetti e lascia soprattutto tanto amaro in bocca.

Una morte che, a dispetto dell'età avanzata, è arrivata del tutto inaspettata perchè avvenuta e maturata nel giro di poche ore e soprattutto - così dicono i familiari - in un clima di assoluta assenza di soccorsi da parte dei medici del reparto dei Ortopedia del Policlinico di Palermo, dove Salvatore Campanella era ricoverato.

La vicenda, adesso, dalla sala operatoria si sposterà in un'aula di tribunale, perchè i familiari hanno sporto denuncia per "omicidio colposo", mentre i sanitari, a loro volta, intendono agire proprio contro i parenti, dai quali - sostengono - sarebbero stati aggrediti nelle fasi comprensibilmente agitate dei momenti della morte del loro congiunto.

Il fatto è avvenuto, come detto, nel reparto di Ortopedia del Policlinico di Palermo, dove Salvatore Campanella, "u zu Totò" come lo chiamavano tanti di quelli che lo conoscevano, è arrivato dopo la rottura del femore, avvenuta a causa di un incidente domestico.
L'anziano venerdì scorso è stato sottoposto ad intervento chirurgico, condotto dal primario del reparto, Michele D'Arienzo. Un intervento tecnicamente riuscito, tanto che, dopo l'operazione, Salvatore Campanella, malgrado l'età, era lucido, benchè dolorante e commentava con i figli l'esito dell'intervento, concluso nel primo pomeriggio.

In serata, però, cominciava il calvario, con una situazione clinica che cominciava a precipitare e con i valori ematici che cominciavano a "ballare" in maniera preoccupante. Le sofferenze del paziente andavano via via aumentando, tanto che i familiari, dopo una notte di progressivo peggioramento delle condizioni generali, chiedevano con sempre maggiore insistenza l'intervento di un medico.
Soltanto dalle nove del mattino in poi, quando cioè cominciava il canonico giro di visite del primario, i sanitari si sarebbero accorti della gravità della situazione, tanto da disporre il ricovero in sala rianimazione. Una sala, però, dalla quale Salvatore Campanella non sarebbe più uscito vivo. Circa mezz'ora dopo esservi entrato, infatti, la situazione arrivava al suo epilogo, fino a quando i medici non comunicavano ai parenti l'avvenuto decesso.

Il caso, preso così, sembrerebbe solo quello di una persona avanti con gli anni ed alle prese con i disturbi dell'età, che non ce la fa a superare un intervento chirurgico. Se non fosse che i parenti, così come hanno messo nero su bianco di fronte ai carabinieri, sostengono che il loro congiunto sarebbe stato lasciato totalmente privo di assistenza, senza nessuno che si sarebbe accorto della reale gravità delle sue condizioni di salute.

"Ho chiesto aiuto ai dottori, ma li ho trovati intenti a mangiare pizza e bere birra con gli infermieri - racconta Vincenzo Campanella, figlio della vittima - Le nostre richieste di un controllo da parte di un medico sono rimaste inascoltate per ore e quando abbiamo rappresentato il peggioramento delle condizioni di salute di mio padre, ci è stato detto che si trattava di un normale decorso post operatorio e che non c'era da preoccuparsi. Ora vogliamo giustizia, costi quel che costi".

Della vicenda, adesso, si occuperà la Procura della Repubblica. La salma, frattanto, non è stata restituita ai familiari, perchè il giudice ne ha disposto il sequestro. Per la famiglia Campanella, quindi, finora non c'è stata nemmeno la possibilità di celebrare il funerale del proprio congiunto. Fatto che potrà avvenire solo quando il quadro indiziario sarà più chiaro.