Per il giudice, Settimo Triolo e Gisella Tavano non hanno commesso il fatto
MONREALE, 27 novembre - Un anno fa erano stati arrestati perchè ritenuti responsabili del furto d'energia elettrica nel loro bar di Aquino. Oggi, invece, Gisella Tavano, casalinga di 50 anni di Monreale, e il compagno Settimo Triolo, pasticcere di 45 anni, anch'egli monrealese, sono stati assolti con formula piena.
A pronunciare al sentenza di assoluzione dall'accusa di furto aggravato è stato il giudice Riccardo Corleo, della terza sezione del Tribunale di Palermo. Il Pubblico Ministero, dal canto suo, in sede di requisitoria aveva chiesto la condanna dei due alla pena di 4 mesi di reclusione e 200 euro di multa ciascuno.
La vicenda risale al 20 novembre 2012, quando i carabinieri di Monreale, nel corso di un intervento congiunto con i tecnici dell'Enel presso un bar di Aquino, rilevavano la presenza di un magnete sul misuratore, arrestando Gisella Tavano e Settimo Triolo, allora gestori dell'esercizio. L'arresto veniva convalidato, nonostante i due protagonisti si professassero innocenti, sostenendo di gestire il locale da poco e di non sapere della presenza del magnete, verosimilmente riconducibile al precedente affittuario del locale, e il Tribunale applicava a Triolo la misura cautelare dell'obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria. Il processo, svolto con la formula del rito abbreviato, proseguiva con un'attività di integrazione probatoria, ritenuta utile dalla difesa, rappresentata dall'avvocato Piero Capizzi.
Il Tribunale, nel corso del processo ,ordinava ulteriori integrazioni probatorie, disponendo prima l'esame dei tecnici Enel che avevano effettuato l'intervento e, successivamente, del responsabile commerciale della stessa società per verificare la congruità dei consumi. Attività, questa, dalla quale veniva fuori l'impossibilità di attribuire con certezza l'alterazione del misuratore ad una condotta degli imputati. Ieri, pertanto, il Tribunale ha assolto gli imputati per non aver commesso il fatto.
Soddisfazione per la sentenza è stata espressa dal difensore di Triolo e Tavano: "Sin da subito e nonostante l'arresto in flagranza dei carabinieri - precisa l'avvocato Capizzi - mi sono convinto della innocenza degli imputati e della possibilità di provarla in giudizio e da qui la scelta di procedere con le forme del rito abbreviato".