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San Martino: 69enne cade dall'altezza di tre metri e muore

| Enzo Ganci | Nera e giudiziaria

Sulla vicenda indagano i carabinieri. Dovranno capire se si tratta di "morte bianca"

MONREALE, 11 dicembre – Deve essere fatta chiarezza sulla morte di un uomo di San Martino delle Scale. Si tratta di Andrea Candolo, 69 anni, pensionato, che è precipitato da un'altezza di circa tre metri, probabilmente da un ponteggio, mentre era intento a lavorare. Il fatto è avvenuto giovedì pomeriggio. Intorno alle le 16,30 l'uomo, per cause che ancora devono essere chiarite, mentre si trovava in contrada Testa dell'Acqua, è volato giù, riportando diverse lesioni. E' stato trasportato presso il Pronto soccorso dell'ospedale Ingrassia e poi a Villa Sofia, dove è deceduto intorno alle 19,30.

Sulla vicenda indagano i carabinieri della stazione di San Martino delle Scale, ma anche l'ispettorato del lavoro dell'Asl, perché bisogna capire se si tratta, come sembra al momento, di un'ennesima morte bianca, o di un episodio che nulla ha a che vedere con gli incidenti sul lavoro. Agli inquirenti toccherà capire a che titolo Candolo si trovava in quel posto, se per motivi personali o per effettuare un lavoro per contro di altri.

A lanciare l'allarme erano stati i sanitari di Villa Sofia, che dalle lesioni riscontrate sul corpo di Candolo, hanno sospettato che dovesse trattarsi di un indicente sul lavoro ed hanno allertato i carabinieri. A quel punto sono scattate le indagini ed il magistrato di turno ha ordinato l'ispezione cadaverica sull'uomo. Poi la salma è stata restituita ai familiari.

Alla famiglia di Candolo è andato il cordoglio del sindaco di Monreale, Filippo Di Matteo.

«Esprimo la mia solidarietà ai familiari – afferma il primo cittadino – e se si dovesse trattare di un altro caso di morte bianca, sarei costretto a reiterare, ancora una volta il mio allarme per chiedere maggiore sicurezza sui posti di lavoro. Nel giro di circa due mesi, infatti, è la terza volta che Monreale piange un suo figlio per un incidente da lavoro». Il 12 ottobre scorso, infatti, a Caculla, poco sopra Pioppo, Ciro Bonanno, autotrasportatore di 59 anni, era rimasto schiacciato da un automezzo nel garage della ditta nella quale lavorava, poi il 22 novembre era stata la volta di Francesco Franzella, operaio 58enne, ucciso da un violento colpo di un ammortizzatore di un autobus, che era esploso nel deposito dell'Amat, presso cui prestava la sua opera. Entrambi gli episodi avevano scosso parecchio l'opinione pubblica monrealese, perché le vittime erano persone conosciute e stimate, che svolgevano onestamente il loro lavoro.

 

· Enzo Ganci · Editoriali

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