Giovanni Sciurba, 26 anni, è stato incastrato dalle telecamere
PALERMO, 20 settembre – A tradirli sono state le telecamere installate presso un esercizio commerciale. Così i carabinieri della stazione di Mondello sono risusciti ad individuare ed arrestare una banda di rapinatori della quale faceva parte pure un monrealese.
In manette sono finiti Giovanni Sciurba, 26 anni, di Monreale, Andrea Bruno 36 anni, Antonino Vassallo 38 e Giulia Guercio 53. Tutti precedentemente giudicati per reati contro il patrimonio.
Per loro il capo di imputazione parla di rapina in abitazione in concorso. I provvedimenti, emessi dal GIP presso il Tribunale di Palermo, Marina Petruzzella, sono scaturiti dalle indagini condotte dal sostituto procuratore della Repubblica, Francesco Grassi, insieme ai militari della Compagnia di San Lorenzo.
Gli investigatori sono riusciti a ricostruire la dinamica di una rapina in abitazione avvenuta la sera del 6 marzo 2012 a "Sferracavallo", durante la quale tre malviventi col volto travisato, dopo essersi introdotti con un inganno nell'appartamento, terrorizzavano ed immobilizzavano con nastro adesivo la proprietaria di casa ed una sua "amica", lì presenti, e si impossessavano di 1.600 euro in contanti e monili preziosi per un valore di 100 mila euro, nonché di una borsa "Louis Vuitton" ed un trolley, in cui i malviventi riponevano poi la refurtiva.
I militari della Stazione carabinieri di Partanna Mondello, intervenivano sul posto e nel corso del sopralluogo, si accorgevano della presenza, proprio di fronte alla porta di ingresso dell'abitazione teatro della rapina, di una telecamera di sorveglianza di un esercizio commerciale. Attraverso lo studio delle immagini estrapolate, i carabinieri riuscivano ad identificare tre malviventi, ripresi all'atto dell'ingresso e della fuga dall'abitazione.
In particolare, in quest'ultima circostanza si notava uno di essi allontanarsi con il trolley carico di gioielli. Dopo gli accertamenti compiuti dai militari, era possibile identificare con certezza i tre criminali che erano Bruno, Vassallo e Sciurba. Tale risultato veniva, poi, cristallizzato nell'aprile di quest'anno, quando, a seguito di alcune perquisizioni domiciliari, i tre soggetti venivano trovati in possesso, a distanza di più di un anno dalla rapina, del trolley utilizzato per portare via i gioielli trafugati, ancora con l'etichetta nominativa della vittima attaccata, della borsa "Louis Vuitton" e di diversi monili preziosi, riconosciuti dalla signora come provento del reato subito.
Inoltre, i militari rinvenivano e sequestravano diversi capi di abbigliamento utilizzati il giorno della rapina dai tre individui, come documentato dalle immagini delle telecamere.
Gli investigatori, però, non erano convinti dell'estraneità ai fatti di Giulia Guercio, trovatasi "per caso" assieme alla proprietaria di casa al momento della rapina.
Infatti, come veniva appurato successivamente, la donna, più che una amica, era una debitrice della signora, a cui doveva quasi 20 mila euro. Costitutiva così più di un sospetto il fatto che la donna, subito dopo quel fatidico 6 marzo 2012, avesse inspiegabilmente estinto una serie di debiti contratti con diversi esercenti della borgata ed addirittura acquistato un'automobile nuova. Di conseguenza, indagando sui rapporti tra la donna ed i tre rapinatori, i carabinieri sono riusciti a provare l'inganno attuato dai quattro soggetti per eseguire il "colpo": la Gurcio si era recata presso l'abitazione con la scusa di dover discutere dei debiti da saldare ed aveva convinto la signora ad aprire la porta, ipotizzando che fosse suo marito che era venuto a prenderla.
Quindi, dopo l'irruzione dei rapinatori, si era finta essa stessa vittima innocente, mentre in realtà era la mente criminale della banda.
Probabilmente, sostengono i carabinieri, questa rapina non è stata l'unica compiuta dal gruppo criminale, ma in attesa di ulteriori riscontri e coll'intento di evitarne altre, data anche la crudeltà e la spregiudicatezza mostrate dai malviventi, i Carabinieri, alle prime luci dell'alba, su disposizione dell'Autorità Giudiziaria, hanno tratto in arresto i quattro soggetti e, al termine delle formalità di rito, li hanno condotti al carcere Pagliarelli ed all'Ucciardone di Palermo, in attesa del processo.
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