Capovolto il verdetto, dopo l'esito sfavorevole dei primi due gradi di giudizio
MONREALE, 5 settembre - Un milione ed 800 mila euro che arriveranno a dare ossigeno alle casse del Comune di Monreale, a rate da 75 mila euro al mese, per due anni. Si è conclusa così la lunga vicenda giudiziaria, relativa alla costruzione di quello che doveva essere il liceo classico "Emanuele Basile".
A stabilirlo è stata la Corte di Cassazione , che sovvertendo ben due gradi di giudizio che davano torto al Comune, ha affermato che la "Icla Costruzioni" di Pozzuoli dovrà corrispondere a Monreale tale cifra a titolo di restituzione, dopo una causa durata quasi vent'anni.
Una vicenda che parte nel lontano 1987, quando il Comune sottoscrisse un contratto con la società campana, allora considerata un colosso dell'edilizia, per costruire il nuovo liceo classico "Emanuele Basile" in contrada Cirba, posto nel quale è possibile ancora oggi "ammirare" soltanto i ruderi. I lavori partirono presto, tanto che la Icla cominciò a ricevere le somme relative ai primi stati di avanzamento dei lavori, in gergo i cosiddetti "Sal" per un totale di 3,8 miliardi delle vecchie lire.
Sui lavori, però, pendeva una pericolosa spada di Damocle, costituita da alcune prescrizioni che la Regione, nella fattispecie l'assessorato ai Lavori Pubblici, aveva imposto ai progettisti perchè venisse realizzata l'opera. Prescrizioni che non furono mai rispettate, tanto che ad un certo punto il Comune decise per la sospensione dei lavori. Sospensione, poi diventata definitiva.
Passati alcuni anni, la Icla chiese i danni al Comune, avanzando l'ipotesi del mancato utile derivante dalla chiusura del cantiere. Motivo per il quale nel '93 intentò una causa contro l'ente, ottenendo in primo grado il risarcimento di un miliardo. A questa sentenza, però, il Comune fece opposizione in Appello, ma anche in secondo grado il tribunale si pronunciò sfavorevolmente nei confronti dell'amministrazione monrealese. Finalmente il verdetto della Cassazione, giunto nel 2010, con il quale la Suprema Corte ribaltò l'esito dei due precedenti gradi di giudizio, dando ragione al Comune. La "ratio" del pronunciamento degli ermellini stava nel fatto che, in assenza delle prescrizioni dettate dalla Regione, la concessione di questa doveva ritenersi inesistente, di conseguenza l'opera iniziata dalla Icla Costruzioni doveva considerarsi "abusiva", e, a ruota, il contratto sottoscritto, nullo. Ecco perchè la società edile è stata condannata alla restituzione delle somme, che aveva già percepito.
Per quantificarle, però, la Cassazione ha emesso un provvedimento di rinvio in Appello, necessario anche per definire le modalità di pagamento. All'individuazione di queste ultime si è giunti adesso con una transazione che, come detto, vede la Icla Costruzioni versare mensilmente 75 mila euro nelle casse del Comune. Le prime tre rate sono già state versate, altre ventuno dovranno ancora essere pagate. La cifra, complessiva, 1,8 milioni di euro, è comprensiva degli interessi maturati nel frattempo e delle spese di demolizione che la ditta dovrà sostenere.
"E' una vittoria che lascia il segno nella vita professionale di un avvocato - afferma l'avvocato Girolamo Rizzuto (nella foto), che in tutti questi anni ha difeso il Comune in questa lunga vicenda giudiziaria - considerato che si tratta di un contenzioso che partiva sfavorevolmente - e che invece finisce con l'essere altamente favorevole, in quanto non solo sono state rigettate le domande di controparte, ma sono state accolte quelle riconvenzionali dell'Ente. La soddisfazione professionale è ancora più pregnante, se si considera che è stato il giudice di legittimità, dopo ben due gradi di giudizio, a far proprie le tesi che nei precedenti gradi avevamo propugnato e che erano state, invece, disattese".