La Polizia di Stato arresta due uomini
PARTINICO, 22 giugno -Gli Agenti della Polizia di Stato in servizio presso il Commissariato P.S."Partinico", la scorsa notte hanno tratto in arresto Pietro Ferrante, 48enne, pregiudicato partinicese, e Filippo Palazzolo, 33enne di Alcamo, anch'egli pregiudicato, resisi responsabili dei reati di furto aggravato ed interruzione di servizio pubblico.
L'arresto è scaturito durante i servizi di controllo del territorio, recentemente rivolti a prestare particolare attenzione a quelli che possono essere ritenuti obiettivi sensibili per quanto riguarda l'annoso problema del furto di rame, ormai ribattezzato "oro rosso". Impegno profuso dalla Polizia di Stato in applicazione del Protocollo d'Intesa siglato tra il Ministero dell'Interno ed altri organi, tra cui le Ferrovie dello Stato, che hanno dato vita all' "Osservatorio Nazionale sui Furti di Rame".
I poliziotti, nella tarda serata, intravedevano del fumo provenire da una contrada nei pressi dello Scalo Ferroviario e subito si dirigevano sul posto per verificare di cosa si trattasse. Gli agenti,trovavano del materiale elettrico ancora in fiamme ed intuivano che si trattasse di un tentativo di ricavare rame dai cavi. Giovandosi dell'estrema conoscenza del territorio, si mettevano subito sulle tracce dei possibili malfattori che venivano individuati e bloccati, a pochi metri di distanza dal luogo dell'incendio. I due uomini, fermati a bordo di una Fiat Uno, identificati ed incalzati dalle domande dei poliziotti, ammettevano di essere stati loro ad incendiare i cavi per ricavarne del rame da rivendere privatamente.
I poliziotti, iniziavano ad avere il sospetto che l'incendio dei cavi potesse esser ricollegato ad una segnalazione ricevuta, poco prima, dalla Polfer di Palermo, riguardante un'anomalia presso lo Scalo Ferroviario di Partinico, secondo la quale si erano verificati dei cali di tensione sino alla completa mancanza di illuminazione. L'intuizione degli agenti si rivelava fondata, in quanto dopo aver contattato un tecnico R.F.I., lo stesso accertava che i cavi ritrovati dai poliziotti, fossero del tipo usato da R.F.I. negli scali ferroviari e nel caso specifico quelli mostratigli appartenevano allo Scalo partinicese, in quanto provvisto di segni distintivi ad esso riconducibili.
I due venivano condotti presso gli uffici del Commissariato e successivamente su disposizione dell'Autorità competente tradotti nelle Camere di Sicurezza in attesa di giudizio che si celebrerà in data odierna, con il rito della "direttissima".