I carabinieri lo hanno "beccato" nel parcheggio di un ristorante
MONREALE, 5 maggio - Si è fermata nella tarda mattinata di venerdì scorso, mentre a Monreale era in corso la festa del Crocifisso, la latitanza di Vincenzo Cappello, 34 anni, monrealese. Ad arrestarlo sono stati i carabinieri, al termine di un inseguimento concluso a Bagheria.
Il giovane, originario di via Ponte Parco, era già stato arrestato il 31 ottobre del 2011 sul corso principale di Balestrate, ma si era reso poi latitante, dopo essere stato scarcerato a causa dell'indulto. Sulle spalle ha una serie di rapine. Proprio per questo era gravato già dallo scorso gennaio da un ordine di esecuzione per un cumulo di pene ammontante nel complesso a 3 anni di reclusione e più di duemila euro di multa per furti aggravati ed altri reati.
Peraltro durante la latitanza, armato di pistola, aveva tentato di rapinare due donne nella loro abitazione di via Corpo di Guardia, poi si era dato alla fuga: determinante il contributo della più giovane delle vittime che, collaborando con le forze dell'ordine, ha consentito di riconoscere l'autore del reato, consentendo, inoltre, l'emanazione di un'altra ordinanza di arresto da parte del GIP presso il Tribunale di Palermo che lo ha individuato quale colpevole anche di questo ulteriore misfatto.
I carabinieri erano sulle sue tracce, nonostante Cappello avesse cambiato più volte scheda Sim nel suo telefonino ed utilizzasse vetture insospettabili per i suoi spostamenti. In questo caso si sarebbe servito di una macchina intestata ad una ragazza, probabilmente legata a lui da un rapporto ancora da chiarire.
Sapevano per certo i militari, anche grazie alle intercettazioni telefoniche, che Cappello sarebbe tornato a casa, spinto dal desiderio di assistere alla festa del Crocifisso.
Ed infatti nella tarda mattinata di giorno 3, quando in Collegiata si era da poco concluso il Pontificale, i carabinieri, sicuri di averlo individuato a Monreale, lo hanno poi definitivamente localizzato all'interno del parcheggio del ristorante "Poggio Normanno", lungo la Circonvallazione, ove era impiegata peraltro la moglie del fratello, anch'egli detenuto. All'intimazione dell'alt da parte di una pattuglia inviata a verificare la sua presenza, Cappello, alla guida di una Panda, ha immediato innestato la marcia, tentando di investire i militari che ne sono usciti, fortunatamente, solo con lievi ferite, poi si è dato ad una rocambalesca fuga facendo perdere le proprie tracce, nonostante si fosse alzato in volo anche un elicottero dell'Elinucleo di Boccadifalco per individuarlo. Ritenendo certo che si fosse andato a rifugiare nel suo nascondiglio, un'abitazione in via Carrà 24 di Bagheria, le operazioni per circondarlo sono scattate subito con l'ausilio dei Carabinieri di Bagheria. In poco tempo la zona è stata cinturata ed isolata, poi l'irruzione nella palazzina a tre piani: Cappello si era rifugiato sul terrazzo all'ultimo piano nel disperato tentativo di sottrarsi ancora alla cattura. Nella perquisizione successiva è stato trovato in possesso di un coltello a serramanico e, nascosta sotto un tappetino della Panda che aveva impiegato per la fuga, di una pistola a salve modificata per camerare il calibro 7,65 con 3 proiettili. Cappello ha dunque terminato la sua latitanza nelle camere di sicurezza della caserma di Monreale, dalle quali è stato poi condotto all'Ucciardone: oltre ai provvedimenti da cui era già gravato, vanno ora ad assommarsi i reati derivanti dalla sua condotta durante la fuga: dalla resistenza a pubblico ufficiale alle lesioni fino al porto illegale di arma da fuoco alterata e clandestina.