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Operazione "Urban Justice": la droga si spacciava qui

| Enzo Ganci | Nera e giudiziaria

Almeno sei i punti della città in cui avvenivano i traffici

MONREALE, 26 aprile - Sarebbero almeno sei i tradizionali luoghi di spaccio, sia di cocaina, che di hashish, individuati nel territorio urbano di Monreale. Il particolare è emerso dalle indagini dei carabinieri, che sono state illustrate martedì scorso, nel corso della conferenza stampa dell'operazione "Urban Justice".

Nella loro relazione i militari hanno sottolineato come le due organizzazioni parallele, che erano dedite al commercio di sostanze stupefacenti, conducessero le loro attività in luoghi ben precisi della struttura urbana di Monreale. I carabinieri hanno parlato di un'occupazione pressoché militare del territorio, in grado di evitare pericolose ingerenze da parte delle forze dell'ordine.

Secondo queste strategie, Il gruppo Alongi-Cassarà, dedito allo spaccio di cocaina, lavorava con l'ambizione di conquistare prima la piazza di spaccio di Monreale per spingersi poi fino al controllo di Palermo. Il gruppo era solito condurre la propria attività nella zona del Canale, tanto nella zona di piazza Inghilleri, vicina all'agenzia del Monte dei Paschi di Siena, non disdegnando talvolta, lo spaccio nel vicoletto che arriva sul retro della chiesa di San Castrense, quanto in quella della cosiddetta "cabina telefonica", sui gradini della confluenza con via Antonio Veneziano, come indicano le nostre foto. Altro quartier generale dell'organizzazione era l'arco di San Martino di via Baronio Manfredi, nel quartiere Bavera.

Sedi diverse, invece, aveva scelto l'organizzazione che faceva capo al gruppo "Pupella", che controllava il giro di hashish. Secondo la ricostruzione effettuata dai militari, la banda avrebbe scelto piazza Guglielmo, nei pressi del muretto, che per i monrealesi è da sempre "la balata", ma anche via Torres e via Ritiro, proprio alle spalle di piazza Guglielmo. Altra sede scelta dall'organizzazione era pure la via Togliatti, nei pressi della cava.

Per circa un anno i militari della stazione, coadiuvati da quelli della compagnia e del Gruppo, hanno effettuato appostamenti e pedinamenti, tanto da poter relazionare nel dettaglio, non solo i luoghi, ma come abbiamo ampiamente riportato in questi giorni, anche modalità, prezzi ed organizzazione capillare del traffico di droga.

 

 

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· Enzo Ganci · Editoriali

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