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Ancora furti di rame: altri vasetti di fiori rubati al cimitero

| Enzo Ganci | Nera e giudiziaria

Già nel marzo scorso altri 70 vasi erano stati trafugati alla cappella "Guglielmo"

MONREALE, 25 novembre - Della serie: nemmeno i morti possono stare in pace. È il caso del cimitero di Monreale, dove qualche giorno fa qualcuno ha pensato bene di trafugare una decina di vasetti di rame posizionati sulle sepolture della parte esterna della cappella ex Cassa Rurale. Un gesto di pessimo gusto, che denota un rispetto pari a zero della sacralità del luogo e dello stato d’animo di chi questo luogo va a visitare.

L’episodio si aggiunge a quello verificatosi nel marzo scorso, quando erano state trafugate una settantina di vasi di rame dalla cappella della società di mutuo soccorso «Guglielmo II», che da oltre un secolo costituisce un punto di riferimento nella vita aggregativa monrealese. La società ha la sua sede sociale a piazza Vittorio Emanuele, che funge da circolo ricreativo e si occupa pure di tumulare i soci, alla loro morte. La cappella sociale, che ospita circa 400 loculi, si trova nel viale principale del cimitero monumentale di Monreale.

Il “racket” del rame costituisce un affare di primaria importanza per la microcriminalità, che lo ruba da tutto quello che può essere rubato, a cominciare dalle grondaie e per finire – moda di questo periodo – ai contatori dell’acqua un po’ datati, che erano costruiti proprio in rame.

 

· Enzo Ganci · Editoriali

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