Il piemme aveva chiesto per lui la pena di 12 anni di reclusione
PALERMO, 9 gennaio - Sembra alleggerirsi di molto la posizione di Davide Adimino, pluripregiudicato, 22 anni, in carcere dal 18 novembre del 2011, accusato di duplice tentato omicidio, per aver dato fuoco ad Andrea Rusticano e Marcello Miceli, il cui processo si sta celebrando in questi giorni.
I fatti sono stati riuniti in un unico procedimento processuale, celebrato con il rito abbreviato, poichè per il Pubblico Ministero Diana Russo ci sarebbe "un medesimo disegno criminoso". Lo stesso Piemme per Rusticano ha chiesto la pena di dodici anni di reclusione (sarebbero stati diciotto con il rito ordinario).
Adesso, però, nell'udienza di lunedì, il Gip Giuliano Castiglia con un'ordinanza ha disposto la separazione dei due episodi. Per quel che riguarda il presunto tentato omicidio ai danni di Rusticano, ha affermato di non poter decidere sullo stato degli atti, ritenendo necessaria una perizia medico legale che dovrà attestare l'idoneità o meno del fuoco a cagionare la morte di Rusticano. Il Gip, pertanto, ha rinviato il processo, per la cui prosecuzione oggi stesso sarà nominato un perito. Soltanto dopo la perizia, quindi, si potrà capire se si tratta di effettivo tentato omicidio o di lesioni personali. Le due possibili conclusioni , ovviamente, darebbero luogo a due pene di diversa entità.
Per quanto riguarda il presunto tentato omicidio ai danni di Marcello Miceli, addirittura, il Gip Castiglia ha rilevato la "mancanza di correlazione tra l'imputazione e le risultanze degli atti". In poche parole i fatti accertati non corrisponderebbero a quelli contestati. L'accusa di tentato omicidio, pertanto, si trasformerebbe in lesioni aggravate, e l'incendio in tentato danneggiamento.
I fatti risalgono al 2011. Il 18 novembre di quell'anno, Adimino, che nel processo è difeso dagli avvocati Riccardo Russo e Piero Capizzi e che attualmente è recluso nel carcere di Agrigento, gettò della benzina sul corpo di Rusticano, appiccandogli il fuoco addosso. Quest'ultimo, avvolto dalle fiamme, chiese aiuto ai vicini, che immediatamente si prodigarono per spegnere il fuoco che stava già divampando sul suo corpo. Rusticano fu poi trasportato d'urgenza con l'ausilio dell'autoambulanza del 118, all'ospedale Civico di Palermo, dove gli sono furono riscontrate ustioni di 3° grado su diverse zone del corpo: volto, collo, cuoio capelluto e mano destra e sinistra, per un totale del 15% della superficie corporea.
Nel gennaio del 2012, poi, Adimino in carcere si vide notificare una seconda pesante accusa per fatti che risalivano al 30 ottobre precedente, quando, secondo la ricostruzione effettuata dai carabinieri, ebbe un diverbio con un avventore, all'interno della pizzeria "Sileno" di via Garibaldi a Monreale. In quel frangente, si intromise Miceli, il gestore, che cercò di calmare gli animi e, non riuscendo nell'intento, si vide costretto ad allontanare Adimino dal locale.
Questi si allontanò, però, promettendo vendetta, presentandosi, poco dopo, con una tanica da 4 litri piena di benzina, che rovesciò sul pavimento del locale e addosso allo sventurato che lo aveva allontanato poco prima, tirando poi fuori l'accendino.
Solo l'intervento di alcuni avventori riuscì a impedire il peggio, con l'accendino sfilato di mano al piromane giusto in tempo e la chiamata ai Carabinieri che, intervenuti, trovarono il gestore a torso nudo ancora sporco di benzina e mezzo accecato per quella buttatagli in faccia. Nessuna denuncia, però, arrivò per l'accaduto da parte della persona offesa.