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Coltivavano 190 piante di marijuana, due arrestati dai carabinieri

| Enzo Ganci | Nera e giudiziaria

La piantagione individuata con l'elicottero. Si cerca un terzo complice

MONREALE, 5 agosto - I carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Monreale nella giornata di ieri hanno tratto in arresto due operai di San Cipirello, Giovanni Cannella, di 40 anni e Sebastiano Spica, 30, per coltivazione di Marijuana del tipo "Cannabis Indica".

La brillante operazione è scaturita dalla perfetta sinergia tra i militari della locale Stazione e il 9° Nucleo Elicotteri Carabinieri di Palermo. Infatti grazie ad un volo di perlustrazione su contrada Tagliavia dell'agro del Comune di Monreale nella campagne di San Cipirello, finalizzato proprio alla repressione della coltivazione e produzione di sostanze stupefacenti, il pilota aveva notato una vegetazione troppo rigogliosa, che contrastava con l'attuale situazione di siccità della zona, all'interno di un casolare in stato di abbandono. Attivato subito il canale info-investigativo, si è appurato che il fabbricato risultava essere di proprietà di un pensionato di Piana degli Albanesi che dichiaratosi ignaro dei fatti in menzione ormai da tempo non si dedicava più alla cura della propria campagna, e dalla visione delle foto aeree, che si trattava indubbiamente di una piantagione di marijuana.

Organizzato un dispositivo con una decina di militari dell'Arma che, mimetizzati tra la vegetazione, hanno circondato il casolare in attesa che qualcuno arrivasse a curare le piante di cannabis, alle prime luci dell'alba giungevano tre individui a bordo di una motocicletta, poi risultata rubata, che con fertilizzante e bidoni d'acqua si accingevano a irrigare la marijuana. Subito il blitz che ha permesso di bloccare e trarre in arresto Cannella e Spica, mentre il terzo uomo è riuscito a dileguarsi nelle campagne circostanti, tuttavia i carabinieri sono vicini alla sua identificazione e non sono da escludersi importanti novità nei prossimi giorni.

I due arrestati sono stati tradotti presso la casa circondariale "Ucciardone" così come disposto dall'autorità giudiziaria in attesa dell'udienza davanti al Gip. La piantagione è stata distrutta a mezzo fuoco direttamente sul posto. Alcune piante sono state campionate per le successive analisi di laboratorio; se immessa nel mercato la sostanza stupefacente avrebbe fruttato circa 150.000 euro.

 

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· Enzo Ganci · Editoriali

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