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Altofonte, arrestato trentenne per violenza sessuale di gruppo

| Enzo Ganci | Nera e giudiziaria

Era già ai domiciliari, dovrà scontare una pena residua di due anni e otto mesi

ALTOFONTE, 29 ottobre - I carabinieri della stazione di Altofonte hanno tratto in arresto L. N. B., classe 1980, in esecuzione dell’ordine di carcerazione emesso dalla Procura di Palermo, Ufficio esecuzioni penali, poiché dovrà espiare la pena residua di due anni e otto mesi di reclusione per il reato di violenza sessuale di gruppo ai danni di una giovane ragazza del luogo.

L’uomo si trovava già agli arresti domiciliari, per lo stesso motivo, perchè tratto in arresto nel febbraio del 2008,  assieme ad altri due giovani di Altofonte, su esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Tribunale di Palermo – Ufficio del GIP. La misura restrittiva è l’epilogo di una efficace e minuziosa attività di investigazione condotta dai carabinieri di Altofonte e Monreale, che movendo dalla denuncia della vittima, relativa agli atti di natura sessuale da lei subiti e dai conseguenti accertamenti espletati, è riuscita a ricostruire i contorni di una vicenda caratterizzata dalla consumazione di una condotta di violenza sessuale di gruppo in danno della stessa.

Dalla ricostruzione della vicenda sintetizzata nella misura cautelare del 2008, la ragazza, invitata ad un appuntamento dal suo ex fidanzato, con la speranza forse di riallacciare la loro relazione sentimentale, nel mese di agosto del 2007, si era recata accompagnata in auto da un amico del ragazzo, in una zona isolata della periferia del centro di Altofonte. Giunti sul posto, quest’ultimo, complice dell’inganno teso, lasciava la donna sul luogo dove ad attenderla c’era il suo ex.  Felice di rivederlo, la giovane non sapeva quello che l’aspettava. Infatti, all’improvviso da dietro un muretto sbucava un terzo complice. Quindi sono iniziate le violenze. I due giovani, dopo averla spogliata con forza, avevano tentato di costringerla con violenza a subire atti sessuali da entrambi, mentre gli stessi riprendevano tutta la vicenda con i telefonini cellulari. Consumata la violenza, i due giovani richiamavano “l’autista amico” che la riaccompagnava in paese.

Forse per la vergogna e per le “voci” che presto si sarebbero diffuse nel piccolo centro alle porte del capoluogo, la giovane si era tenuta dentro, per parecchi mesi, senza mai confessarlo a nessuno, quello che aveva subito, fino al dicembre del 2007, quando decideva di denunciare tutto ai carabinieri. Attivate tutte le procedure di riscontro, i militari hanno quindi ben presto ricostruito tutta la vicenda e individuato le responsabilità di ciascuno dei giovani.

L’Autorità Giudiziaria, a seguito della informativa di reato prodotta dai carabinieri, concordando appieno con le risultanze investigative di questi, aveva emesso nel 2008 le misure cautelari che oggi si sono tradotte ulteriormente, per uno di loro, in un ordine di carcerazione. Espletate le formalità di rito, il giovane è stato condotto presso il carcere dell’Ucciardone di Palermo.  

· Enzo Ganci · Editoriali

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