"Ricorrerò in Cassazione per ottenere formula di piena assoluzione"
PALERMO, 19 marzo – La seconda sezione penale della Corte d'Appello di Palermo, accogliendo nella sostanza la richiesta della Procura, ha ridotto a un anno e 5 mesi la pena all'ex sindaco di Monreale Salvino Caputo, che era accusato di avere fatto cancellare alcune multe.
In primo grado Caputo era stato condannato a due anni. In appello il giudice lo ha assolto dai falsi contestati dalla Procura, addebitandogli i tentativi di abuso d’ufficio consistiti nella revoca in autotutela delle contravvenzioni, che comunque poi furono recuperate dal Comune. Al parlamentare, che è anche presidente della Commissione Attività produttive dell’Ars, sono state concesse anche le attenuanti generiche. I suoi legali hanno preannunciato il ricorso in Cassazione. La pena è comunque sospesa per l’indulto.
I fatti risalgono al 2004, quando Caputo era sindaco di Monreale. Secondo i giudici, con una determinazione sindacale, avrebbe tentato di far togliere multe all'assessore Franco Nocera e alla moglie, nei cui confronti tra febbraio e maggio del 2004 erano state elevate multe per un totale di 1321,11 euro. Beneficiario del tentativo sarebbe stato pure l'ex vicepresidente del Consiglio comunale di allora, Roberto Terzo, al quale erano state inflitte due multe per 1547,19 euro complessivi. Nei confronti dell'ex arcivescovo Salvatore Cassisa, infine, il tentativo sarebbe stato fatto per annullare una multa da 101,96 euro.
“L’Assoluzione dai reati di falsità ideologica, rispetto alla sentenza di primo grado, è un riconoscimento importante della mia estraneità ai fatti contestati – commenta Caputo in una nota – Rimane la mia amarezza personale per la mancata assoluzione dai reati di tentato abuso, reati per i quali ho sempre sostenuto e dichiarato la mia estraneità. Rinnovando piena fiducia verso la magistratura – prosegue il parlamentare regionale – attendo di leggere, con i miei legali, la motivazione della sentenza che impugneremo davanti la Corte di Cassazione per ottenere la formula di assoluzione piena”.