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Violentò un bambino di 12 anni a Grisì: la Cassazione conferma condanna a 6 anni

| Enzo Ganci | Nera e giudiziaria

Domenico Occhipinti è stato condannato pure ad un risarcimento da 80 mila euro

PALERMO, 22 febbraio – "La Corte di Cassazione, Terza Sezione Penale, al termine di una camera di consiglio durata oltre due, ore ha rigettato il ricorso presentato da Domenico Occhipinti confermandogli la condanna a sei anni per violenza sessuale, inflittagli dalla Corte di Appello di Palermo.

Così facendo, la Corte ha accolto la richiesta delle parti civili difese dagli avvocati Salvino Caputo e Francesca Fucaloro ed ha riconosciuto alla vittima un risarcimento per danni morali per oltre 80 mila euro.

I fatti si sono verificati nel gennaio del 2001 a Grisì. G.L. che all’epoca dei fatti aveva 12 anni, subì violenze sessuali all’interno del negozio di fiori gestito da Domenico Occhipinti, sposato e con figli. I genitori, dopo avere notato il forte turbamento del figlio e i pianti continui, chiesero l’aiuto dei servizi sociali comunali e di uno psicologo. Dopo pochi giorni il ragazzino raccontò ai genitori la violenza subita e le minacce per indurlo a non denunziare. I fatti vennero esposti agli agenti del Commissariato di Polizia di Partinico che all’esito di un sopralluogo trovarono i riscontri alla denunzia del minore che nel frattempo venne allontanato dal piccolo centro agricolo e affidato a parenti residenti a Firenze.

Il Giudice per le Indagini Preliminari dispose l’arresto di Occhipinti che sostenne per tutto il processo di essere stato provocato dal minore presentando perizie di parte finalizzate a mettere in dubbio la credibilità del giovane e a dimostrare la presenza di atteggiamenti omosessuali. Dopo un processo durato quasi 10 anni, la Corte di Cassazione ha confermato in via definitiva le sentenze di condanna emesse dal Tribunale e dalla Corte di Appello di Palermo e adesso per Occhipinti si aprono le porte del carcere.

 “Ci auguriamo – hanno dichiarato gli avvocati Salvino Caputo e Francesca Fucaloro – che questa sentenza possa rasserenare il giovane G.L. che ancora oggi si porta dentro un profondo sentimento di disagio che ne ha condizionato la crescita e i rapporti con i coetanei”.

· Enzo Ganci · Editoriali

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