Il Comune vince ancora contro BFF Bank: 30 mila euro restano nelle casse municipali

L'avvocato Andrea Rizzo

La vicenda riguarda il mancato pagamento di bollette di energia elettrica

PALERMO, 1 marzo – Più di 30 mila euro che il comune non dovrà pagare e che rimangono pertanto nelle casse dell'ente. Sono quelli che l'amministrazione potrà mantenere dopo l'ennesima vittoria legale contro BFF Bank.

E' dei giorni scorsi la sentenza emessa dal giudice Elisabetta La Franca della Terza Sezione Civile del Tribunale di Palermo, che ha revocato un corposo decreto ingiuntivo emesso nei confronti del comune del novembre 2019 in favore di BFF Bank quale cessionaria del credito vantato da Enel Energia. Un provvedimento emesso sulla scorta di mere bollette, per un importo che, tra sorte capitale (25.852 euro), interessi di mora ed anatocistici, spese vive ed onorari legali, superava di gran lunga i 30.000 euro.

Il Comune inizialmente affidava il patrocinio della propria opposizione all’avvocato Giacomo Di Misa. Ritualmente costituitosi, quindi, constatata la rinuncia all’incarico per motivi personali del proprio legale, invitava cinque professionisti del proprio albo a formulare una nuova offerta migliorativa, ricevendo solo quella dell’avvocato Daniela Zanca che ha dunque ben istruito l’intero processo salvo, in fase decisionale, dovervi rinunciare per sopravvenuta incompatibilità.
La fase decisionale veniva così affidata per incarico diretto, stante le strette tempistiche e la comprovata esperienza frattanto maturata in materia, all’avvocato Andrea Rizzo.

Applicando giurisprudenza ormai consolidata proprio nelle fattispecie già vittoriosamente trattate da quest’ultimo professionista, il Tribunale, offrendo buon governo dei criteri di ripartizione dell’onere della prova, ha disconosciuto l’esistenza del credito ceduto.
Inoltre, riscontrando la mancata adesione comunale alla cessione del credito eccepita dal precedente difensore, il giudice ha negato la legittimazione attiva alla Banca cessionaria.
Infine, spingendosi nel merito delle bollette non pagate, relative ad un immobile in disuso e ad un’utenza già disdettata, il Tribunale ha spiegato che quest’ultime, sufficienti all’emissione di un decreto ingiuntivo, se contestate, obbligano il somministratore o il cessionario creditore, a provare il consumo di energia registrato, il corretto funzionamento del contatore e la corrispondenza tra quanto trascritto in bolletta e quanto emergente dal contatore: prove non fornite, nonostante l’ampia istruttoria.
Alla revoca dell’ingiunzione segue la condanna bancaria al pagamento delle spese processuali sostenute dal Comune e liquidate in 2.540 euro, oltre accessori di legge.
Soddisfazione esprime l’avvocato Rizzo che, anche quale cittadino monrealese, ringrazia i due colleghi per la preziosa attività e, quale professionista, si compiace per il contributo offerto alla formazione di un solido orientamento giurisprudenziale contro le pretese non a caso azionate da soggetti diversi dagli originali asseriti creditori.