Lo ha stabilito la Corte di Giustizia Europea. La causa era stata perorata dagli avvocati monrealesi Fabio Ganci e Walter Miceli
LUSSEMBURGO, 26 maggio – La VI sezione della Corte di Giustizia Europea, con ordinanza del 18 maggio scorso, ha riconosciuto anche a tutti i docenti precari della scuola il diritto ad usufruire del beneficio economico di euro 500 annui, tramite la cosiddetta “Carta elettronica” per l’aggiornamento e la formazione del personale docente.
La remissione alla corte era stata effettuata da Patrizia Baici del tribunale di Vercelli, in una causa patrocinata per conto del sindacato Anief dagli avvocati Giovanni Rinaldi, Nicola Zampieri e dei monrealesi, Fabio Ganci e Walter Miceli, i quali avevano evidenziato il contrasto con il divieto di discriminazione tra i docenti a tempo determinato e i docenti di ruolo del mancato riconoscimento della somma di 500 euro annui, poiché destinata all’acquisto di beni e servizi formativi, finalizzati allo sviluppo delle competenze professionali del personale docente.
Come noto infatti tutti gli insegnanti, sia quelli di ruolo che quelli assunti con contratti a termine, svolgono le stesse mansioni e hanno pertanto l’obbligo di svolgere la medesima attività di aggiornamento e di qualificazione delle proprie competenze professionali.
La corte ha confermato la tesi difensiva degli avvocati dell’Anief, statuendo che l’articolo 1 della legge 107/2015, nella parte in cui limita l’erogazione di tale bonus al solo personale di ruolo, contrasta con il divieto di discriminazione, consacrato nella clausola 4 dell’accordo quadro europeo sul lavoro a tempo determinato.
Secondo Marcello Pacifico, presidente dell’associazione sindacale Anief che ha promosso il ricorso, “si tratta di una sentenza storica non solo in quanto completa il delicato percorso di parificazione del personale precario al personale di ruolo, ma anche perché ribadisce l’equipollenza e pari dignità del servizio espletato dai docenti a tempo determinato, consentendo a tutti i docenti precari o ex precari di recuperare dal Ministero dell’Istruzione le somme non versate”.