Prostituzione minorile, condannati i due agenti della Vanity Models

Il Gup infligge 11 anni a Francesco Pampa e 4 a Massimiliano Vicari. Condannato pure Filippo Giardi a due anni

PALERMO, 21 dicembre – E’ stato condannato a undici gli anni Francesco Pampa, 42 monrealese, che rispondeva di violenza sessuale nei confronti di minorenne, prostituzione minorile, induzione e favoreggiamento della prostituzione di maggiorenne.

A 4 anni, invece, è stato condannato il suo ex socio Massimiliano Vicari, a processo per reati analoghi. Due anni, infine a Filippo Giardi, indagato del reato di prostituzione minorile, per aver intrattenuto rapporti sessuali con una ragazza non ancora diciottenne in cambio di denaro. A pronunciarsi è stato il gup Rosario Di Gioia, dal momento che i tre sono stati processati con il rito abbreviato, espediente giudiziario che consente, in caso di condanna, di ridurre la pena di un terzo.

Il gup, anche se le ha mitigate un po’, ha inflitto pene, tutto sommato in linea con le pesanti richieste del sostituto procuratore Sergio Mistritta, che aveva usato il pugno di ferro nei confronti dei tre (17 anni e 4 mesi per Pampa, 6 anni e 2 mesi per Vicari e 2 anni e 8 mesi per uno dei presunti clienti, Giardi). Il giudice, inoltre, anche riconosciuto delle provvisionali per alcune delle ragazze che si sono costituite parte civile attraverso gli avvocati Silvia Sansone, Nino e Marco Zanghì, Giuseppina Cicero e Giovanni Maria Saitta. Le somme, però, verranno quantificate in sede civile.
Secondo quello che era emerso dalle indagini, che erano state condotte dalla Squadra Mobile di Palermo, ci si sarebbe trovati in presenza di un fiorente giro di prostituzione gestito da Pampa e Vicari, che avrebbe coinvolto le modelle iscritte alle agenzie di cui i personaggi indagati sono i titolari, la Vanity Models Management e la Max Services Agency.

L’indagine era partita dalle dichiarazioni di una giovane che aveva iniziato a lavorare con i due uomini all’età di 15 anni. La ragazza agli investigatori aveva rivelato di essere stata “iniziata” quasi subito da Pampa che l’aveva poi proposta al socio Vicari e poi indotta a concedersi ad uomini più grandi, clienti dell’agenzia o semplicemente a coloro che partecipavano agli eventi legati alla moda.
Dal racconto della giovane e da altre informazioni assunte, corroborate da attività tecniche, era emerso che le aspiranti modelle venivano contattate tramite i social e invitate a partecipare ai provini che si tenevano presso lo studio condiviso dai due indagati.
Le giovani minorenni accompagnate dai genitori, superato il provino con il patron Pampa, si iscrivevano all’agenzia pagando un quota di circa 50 euro. Da quel momento iniziava il loro percorso all’interno dell’agenzia e partecipavano a casting, sfilate o shooting fotografici che si tenevano in ambito locale o al massimo all’interno della territorio regionale. Durante questi eventi le giovani iniziavano a legarsi al loro agente, che godeva già della fiducia e della stima dei genitori delle minorenni. Con le modelle Pampa instaurava un rapporto privilegiato dedicandosi non solo alla loro crescita professionale, molte partecipavano a concorsi di bellezza aggiudicandosi le prime posizioni e le ambite fasce da Miss ma occupandosi anche del loro benessere personale, accontentando ogni loro desiderio.

Le promesse mantenute di vincere le gare di bellezza locali e le regalie erano parte del sistema creato dall’indagato, che sarebbe stato finalizzato esclusivamente ad irretirle per poter in un secondo momento abusarne sessualmente e per cederle poi ad amici e ai clienti conosciuti durante gli eventi legati alla moda, che pagavano centinaia di euro per avere rapporti sessuali con le vittime. Grazie a quel rapporto intimo e di fiducia il manager riusciva a “gestire” le giovanissime che abbassavano la guardia e cadevano nel giro della prostituzione.