I carabinieri gli avevano trovato quantità di hashish per ricavare 30 dosi
MONREALE, 2 luglio - I carabinieri della Stazione di Pioppo al termine di una perquisizione personale e domiciliare denunciavano in stato di libertà C. I., 27 anni, in quanto ritenuto responsabile di detenzione a fini di spaccio di hashish.
Infatti i militari il 21 dicembre 2015, dopo la perquisizione, rinvenivano un consistente quantitativo di stupefacente dal quale potevano essere ricavate oltre 30 dosi. Il materiale in sequestro veniva trasmesso al Reparto delle Investigazioni Scientifiche del Comando Provinciale dei Carabinieri per le analisi dalle quali risultava un principio attivo di .740 grammi di THC puro pari a 29,6 dosi medie giornaliere. Il quantitativo dello stupefacente veniva quantificato dai Ris in misura superiore al valore massimo stabilito.
Accertamento scientifico che ha determinato la contestazione del delitto di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti. Il giovane monrealese aveva sin da subito negato la detenzione a fini di spaccio evidenziando che si trattava di sostanza stupefacente detenuta per uso personale. Tesi sostenuta dai difensori di C.I. Salvino Caputo, Francesca Fucaloro e Giada Caputo, che avevano dimostrato come l’assenza di attrezzature atte al taglio, di bilancini e di carta per confezionare le dosi, dimostrava la destinazione dello stupefacente esclusivamente ad uso personale e non la cessione a terzi.
Tesi suffragata da un costante orientamento della Corte di Cassazione che in tali circostanze, come quelle contestate al giovane monrealese, impone una rigorosa e pregnante motivazione. Il Pubblico ministero aveva chiesto la condanna a nove mesi. Il Giudice monocratico di Palermo, al termine della camera di consiglio, condividendo la tesi difensiva degli avvocati , assolveva C.I. perche il fatto non sussiste.