Caso Roberta Siragusa, nuovi indizi emergono dall’incidente probatorio

Lo comunicano gli avvocati dell’accusa, Giuseppe Canzone e Sergio Burgio

TERMINI IMERESE, 27 maggio – Si è tenuto ieri, al Tribunale di Termini Imerese, l’incidente probatorio per accertare le cause della morte di Roberta Siragusa, la 17enne data alle fiamme e gettata da un dirupo del Monte San Calogero, a Caccamo, nella notte tra il 23 e il 24 gennaio.

Attualmente il fidanzato della vittima, Pietro Morreale, è indagato per omicidio aggravato e occultamento di cadavere. Il medico legale che ha svolto l’autopsia su Roberta, Alessio Asmundo, ha parlato a lungo in presenza del gip Angela Lo Piparo; anche i genitori e il fratello della ragazza hanno preso parte all’udienza.

Gli avvocati della famiglia Siragusa, Giuseppe Canzone e Sergio Burgio, hanno reso le seguenti dichiarazioni tramite un comunicato stampa: il CTU Asmundo, durante la sua relazione in aula, ha riferito che la morte di Roberta “è stata determinata da arresto cardio-circolatorio e respiratorio conseguente al gravissimo stato di shock causato dalle estese e gravissime ustioni del capo e soprattutto del tronco e degli arti superiori, fino alla carbonizzazione di ampi segmenti di superficie corporea, con il quadro dello shock neurogeno da ipotensione arteriosa grave e improvviso deficit del ritorno venoso al cuore per riduzione della frequenza cardiaca e cospicua vasodilatazione periferica con accumulo di sangue.”

“A tale gravissima condizione di shock, cosiddetto primario, la Siragusa è giunta per lo scatenamento di riflessi neurovegetativi da inibizione del simpatico ed eccitazione del parasimpatico derivanti dalla profonda angoscia e dall’intensissimo dolore certamente provenienti dalla stimolazione di recettori presenti nell’estesa superficie corporea interessata dall’ustione. La stessa dopo essere stata sottoposta ad azione violenta traumatica ha avuto gli indumenti imbrattati di liquido infiammabile in località Centro Sportivo di Caccamo in area adiacente allo stadio comunale di Caccamo ed ai quali indumenti sia stato, quindi, dato fuoco. Le modalità dell’accadimento della morte permettono di ritenere che la stessa si sia concretata in un tempo piuttosto breve, trascorsa una fase agonica di circa 2-5 minuti”.

Il medico legale esclude, dunque, l’ipotesi suicidaria. Durante l’udienza è stato svolto anche il contro esame da parte del Procuratore capo Ambrogio Cartosio e del pm Giacomo Barbara, che hanno depositato un video di circa 10 minuti in cui il corpo di Roberta si trova in fiamme e una persona si allontana da esso, a bordo della Fiat Punto di Pietro Morreale. A raccogliere le immagini le telecamere di sorveglianza appartenenti a un edificio sito vicino al campo sportivo di Caccamo. Il 9 giugno un’altra udienza si svolgerà per consentire agli avvocati difensori e alle parti civili di presentare un contro esame. Fuori dal tribunale un folto gruppo di ragazze e ragazzi si è riunito in un sit-in in memoria della giovane assassinata, e la madre Iana Brancato ha postato su Facebook: “Cuore nostro, dopo la lettura della autopsia, noi continuiamo a fare vivere il tuo nome e lo gridiamo forte vita mia. Dio è Grande e punirà chi ti ha portato via da noi”.