Si tratta di una coppia di bengalesi
PALERMO, 26 luglio - Agenti della Polizia di Stato appartenenti alla Sezione di Polizia Giudiziaria presso il Tribunale per i Minorenni” di Palermo hanno tratto in arresto una coppia di coniugi bengalesi, accusata di avere ripetutamente abusato del figlio 13enne.
Il provvedimento, richiesto dal P.M. Fabiola Furnari, è stato disposto dal G.I.P. Giangaspare Camerini. L'attività d' indagine, giunta a conclusioni che sconvolgono le normali coscienze e la sensibilità collettiva, è stata avviata sulla scorta delle segnalazioni di alcuni insegnanti di un istituto comprensivo palermitano frequentato dalla vittima, un 13enne bengalese.
I docenti avevano infatti registrato delle stranezze nei comportamenti dell'adolescente, sottoposto, tra l'altro, a reiterate percosse da parte dei genitori, per sua stessa ammissione. L'Autorità Giudiziaria, allarmata dai primi elementi di indagine, disponeva il collocamento del minore p resso una "casa famiglia", ove in un ambiente ovattato e distante da quello dispotico e familiare, la vittima raccontava degli atroci abusi subiti.
Seppur scandito da dolore, frustrazione e sensi di colpa, il racconto del 13enne si corredava di agghiaccianti particolari che contribuivano a delineare un quadro di abusi sessuali, perpetrati con spietata sistematicità. Il bimbo, in lacrime, raccontava di voler parlare soltanto per "salvare" il fratellino, nell'estremo tentativo di sottrarlo al suo stesso doloroso destino.
Il resoconto del piccolo dava così conto di quanto il minore fosse stato cinicamente avviato ad una promiscuità di rapporti sessuali, anche con conoscenti ai quali il bimbo era stato occasionalmente "offerto" in cambio di denaro.
Gli abusi da parte dei genitori si sarebbero svolti tra le mura domestiche ove il bambino, con la forze e, pena violenti punizioni fisiche con cinghie e bastoni, sarebbe stato costretto a soggiacere alle avances sessuali, non soltanto da parte del padre del padre ma anche della madre.
I due bengalesi sono stati tratti in arresto e risultano reclusi presso la locale casa circondariale.