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Morti bianche: è arrivata la sentenza emessa nel processo avviato per la morte di Rosario Nicoletti

| Enzo Ganci | Nera e giudiziaria

L'uomo,dipendente della società Ceit, stava effettuando la sostituzione di un cavo elettrico a Monreale

PALERMO, 30 marzo – Due persone condannate per omicidio colposo e altre quattro assolte dalla stessa accusa. E' questa in sintesi la decisione presa dal giudice della quinta sezione monocratica del tribunale, Claudia Rosini, per il processo avviato per la morte di Rosario Nicoletti, dipendente della società Ceit.

La disgrazia risale al 3 novembre del 2008, data in cui, Rosario Nicoletti, per conto dell'azienda per la quale lavorava e che aveva ricevuto l'appalto dei lavori dall'Enel, era alle prese con la sostituzione di un cavo elettrico che si trovava lungo una strada di Monreale. All'improvviso, però, il cestello elevatore sul quale si trovava l'operaio e che per esigenze di lavoro aveva raggiunto i quattro metri d'altezza, all’improvviso si era messo in movimento finendo in una scarpata e causando la morte dell'uomo.

Ieri pomeriggio, così come pubblicato nell'edizione di oggi del Giornale di Sicilia, a distanza nove anni dall'accaduto,  è arrivata la decisione del giudice che ha condannato due persone per l’omicidio colposo: Francesco D’Onofrio, delegato per la sicurezza “Ceit” al quale sono stati inflitti due anni e Paolo Genova, capocantiere e responsabile della sicurezza della stessa azienda, un anno. Le pene sono entrambe sospese. Il processo ha portato anche all'assoluzione di quattro altri soggetti con la formula “per non aver commesso il fatto”. Decisioni assunte dallo stesso giudice nei confronti di Alessandro Meis, amministratore delegato della “Ceit”, Roberto Nisci ,dirigente Enel, Carmelo Catalano responsabile dei lavori Enel e Maurizio Mazzotti dirigente Enel.

La Procura, aveva chiesto la condanna a tre anni per tutti gli imputati. Secondo la ricostruzione dell’accusa, gli imputati, con un grado diverso di responsabilità, non avrebbero provveduto a garantire le norme di sicurezza sul cantiere, non fornendo delle speciali cinture ai dipendenti e consentendo che l'operaio salisse su un mezzo che non funzionava correttamente. Il giudice ha però stabilito che soltanto Genova e D’Onofrio avrebbero delle colpe nella morte del lavoratore perché avrebbero violato la normativa in materia di sicurezza sul lavoro, omettendo i controlli sui mezzi impiegati dalla ditta appaltatrice, condannandoli inoltre a versare una provvisionale di trentamila euro, a titolo di risarcimento del danno, all’Inail che si è costituita parte civile.

Nel processo erano imputate anche le due società, Ceit ed Enel, rappresentate dagli avvocati Massimo Motivi, Marco Aricò e Andrea Di Lizio, che sono state entrambe assolte da ogni addebito.

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· Enzo Ganci · Editoriali

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