Luigi Autovino si era rifiutato di sottoporsi al test dell'etilometro
MONREALE, 16 aprile – La Corte di Appello di Palermo, IV Sezione Penale, presieduta da Rosario Luzio, ha assolto Luigi Autovino, oggi trentenne operaio di Monreale, dal reato di guida in stato di ebbrezza.
La Corte, con sentenza del 23 marzo 2011, le cui motivazioni sono state depositate da qualche giorno, ha ribaltato, così, la sentenza del Tribunale di Palermo, Sezione Distaccata di Monreale, che l’8 febbraio di un anno fa lo aveva invece condannato alla pena di dieci giorni di arresto e 200 euro di ammenda.
Il fatto risale ad una notte dell’ottobre del 2006, quando Autovino, a seguito di un normale controllo da parte dei carabinieri di Monreale, era stato deferito a piede libero per i reati di guida in stato di ebbrezza e di rifiuto a sottoporsi all’esame alcolimetro. Nell’occasione i militari dell’Arma, sospettando sulla base di alcuni apparenti elementi sintomatici (specificatamente alito vinoso) che il giovane avesse abusato di sostanze alcooliche, lo avevano dapprima invitato a sottoporsi all’alcooltest e, a seguito del suo fermo e cosciente rifiuto, lo avevano denunciato all’Autorità Giudiziaria.
Nel corso del processo, la difesa, rappresentata dall’avvocato Piero Capizzi, ha tentato di dimostrare che Autovino non fosse al momento del fermo in uno stato di ebbrezza, comunque penalmente rilevante, sostenendo l’inidoneità dell’accertamento sintomatico a fondare un giudizio di certa responsabilità penale.
Ciò nonostante, il tribunale ritenendo sufficiente l’accertamento sintomatico operato dai carabinieri e condannava il giovane per l’ipotesi più lieve, mentre lo assolveva dal contestato reato di rifiuto a sottoporsi ad alcoltest, perché depenalizzato.
Nel giudizio di appello, la difesa ha ribadito l’inidoneità dell’accertamento sintomatico, posto dal tribunale a fondamento del proprio convincimento di colpevolezza. La Corte di Appello condividendo in toto le argomentazioni difensive, ha accolto il gravame e assolto Autovino perché il fatto non è più previsto come reato.
Soddisfazione per il favorevole esito è stata espressa dall’avvocato Capizzi. «E’ stata resa giustizia in una vicenda dove il susseguirsi di rilevanti modifiche normative - ha detto - hanno di fatto offerto interessanti spunti di studio della materia, meritevoli di approfondimenti anche giurisprudenziali».