Per i giudici Antonino Sciortino era il vertice dell’organizzazione criminale
PALERMO, 16 novembre – Per i giudici della prima sezione della Corte d’Assise D’Appello Antonino Sciortino sarebbe stato effettivamente al vertice del super mandamento di Camporeale, quello in cui avrebbe fatto convergere i clan mafiosi di Partinico e di San Giuseppe Jato.
Un’accusa ritenuta non provata in primo grado, tanto che Sciortino era stato assolto e liberato, dopo essere stato detenuto al 41 bis, ma che adesso gli è costata invece una condanna a 18 anni di reclusione. Assieme a lui, alla sbarra, nell’aula bunker di Pagliarelli, c’erano altri 39 imputati, tutti presunti boss e gregari delle famiglie mafiose di Camporeale, Monreale, Borgetto, Partinico, San Giuseppe Jato e Giardinello, finiti nel blitz “Nuovo Mandamento” dell’aprile del 2013 e processati con il rito abbreviato.“
I giudici hanno ribaltato il verdetto anche per Sergio Damiani, pure lui assolto dal gup e ora condannato (in continuazione) complessivamente a 11 anni di carcere. In senso opposto è stata invece rivista la sentenza per Demetrio Schirò e Vincenzo Mulè: erano stati condannati a 4 mesi in primo grado e ora sono stati del tutto scagionati.
Gli imputati rispondevano a vario titolo di mafia, estorsione, detenzione di armi e di droga, furto di bestiame e anche di un omicidio, quello di Giuseppe Billitteri, eliminato col metodo della lupara bianca il 22 marzo del 2012.
Questa è l’inchiesta che aveva coinvolto anche l’ex sindaco di Montelepre, Giacomo Tinervia, arrestato per estorsione e concussione. La premessa che portò poi allo scioglimento del Comune per mafia. Tuttavia l’ex primo cittadino venne successivamente assolto da ogni accusa e la sentenza è ormai definitiva.
Sono stati concessi lievi sconti di pena a 14 persone: Salvatore Mulè è stato così condannato a 17 anni (anziché 18), Giuseppe Lo Voi a 18 anni e 2 mesi (19 anni), Giuseppe Marfia a 11 anni e 4 mesi (12 anni), Francesco Vassallo a 10 anni e mezzo, Salvatore Tocco 1 anno e 8 mesi (2 anni e 4 mesi), Vincenzo Madonia a 10 anni e 4 mesi (12 anni), Carmelo La Ciura a 10 anni (15 anni e 4 mesi), Giovanni Rusticano a 7 anni e mezzo (9 anni e 4 mesi), Giovanni Longo a 3 anni e 2 mesi (3 anni e 4 mesi), Sebastiano Bussa a 2 anni e 11 mesi (3 anni), Baldassare Di Maggio a 7 anni e 2 mesi (7 anni e 10 mesi) e Pietro Ficarrotta a 7 anni e 2 mesi (7 anni e 10 mesi), mentre Giuseppe Mulè è stato condannato a 8 anni e 2 mesi. Riduzione anche per il collaboratore di giustizia Giuseppe Micalizzi, da 5 anni a 4 anni e mezzo, che aveva iniziato a parlare con i magistrati poche settimane dopo il suo arresto.
I giudici hanno infine confermato la sentenza di primo grado per altri 22 imputati: assolti anche in appello Santo Abbate, Francesco Abbate, Vincenzo Cucchiara, Giacomo Maniaci, Antonio Badagliacca, Davide Buffa e Francesco Sorrentino, mentre è stata confermata la condanna a 20 anni per Francesco Lo Cascio che rispondeva dell’eliminazione di Giuseppe Billitteri. La colpa della vittima sarebbe stata quella di essersi opposto proprio alla creazione del nuovo mandamento. Altri tre imputati per lo stesso omicidio sono sotto processo con l’ordinario. Sono state anche confermate le condanne per due carabinieri, Francesco Gallo e Giovanni Rammacca, accusati di abuso d’ufficio perché non avrebbero multato Giuseppe Lucido Libranti (presunto boss di Pioppo, sotto processo per l’omicidio Billitteri) trovato alla guida senza patente: le pene sono rispettivamente di 6 e di 8 mesi.
Conferma anche per Giuseppe Speciale (8 anni), Francesco Matranga (10 anni), Salvatore Romano (10 anni e 8 mesi), Santo Porpora (8 anni), Domenico Billeci (10 anni e 8 mesi), Salvatore Lombardo, classe 1969 (8 anni), Salvatore Lombardo, classe 1922 (10 anni e 8 mesi), Giuseppe Abbate (8 anni), Angelo Cangialosi (8 anni), Antonino Giambrone (8 anni), Calogero Caruso (8 anni) e Salvatore Pestigiacomo (6 anni e 8 mesi).
(fonte: Teleoccidente.it)