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Mafia, processo d’appello al clan di Porta Nuova: 11 anni ed 8 mesi al monrealese Antonino Ciresi

| Enzo Ganci | Nera e giudiziaria

Leggermente ritoccata la pena inflitta in primo grado

PALERMO, 1 novembre – Pene appena ritoccate verso il basso in sede di appello del processo a carico della cosca di Porta Nuova nel quale figura pure il monrealese Antonino Ciresi. A pronunciarsi è stata la terza sezione penale della Corte d’Appello, presieduta da Raimondo Lo forti, consigliere relatore Mario Conte.

Ciresi, 73 anni, che in primo grado aveva subìto una condanna a 13 anni ed 8 mesi, in appello si è visto infliggere una pena ad 11 e 10 mesi. Il processo si è celebrato con il rito abbreviato, in soli sette mesi e trae origine dall’operazione “Alexader”. La pena più pesante è stata inflitta ad Alessandro D’Ambrogio, ritenuto il boss di Porta Nuova, che è stato condannato a 19 anni ed 8 mesi (in primo grado la pena era di 20 anni).
Oltre al capomafia, hanno ottenuto sconti e modifiche Salvatore Asaro (da 7 anni e 4 mesi a 4 anni e 4 mesi); Salvatore Alario, da un anno e 2 mesi a 8 mesi; Antonino Ciresi, 11 anni e 10 mesi (ne aveva presi 13 e 8 mesi); Giuseppe Civiletti e Marco Chiappara, 10 anni a testa, con una riduzione di 10 mesi; Pietro Compagno, 10 mesi (2 anni); Daniele Favata, da 10 anni e 8 mesi a 7 anni e 8 mesi, Veronica Giordano, che se la cava con una pena pecuniaria, 9000 euro, commutazione dei 6 mesi che le sono stati inflitti. Infine Attanasio La Barbera passa a 8 anni e 2 mesi (lo sconto è di due mesi), Antonino Seranella passa da 15 anni a 13 e 4 mesi e Biagio Seranella si vede aumentare la
pena da 12 anni a 12 e 2 mesi. Per Chiappara, Favata e Biagio Seranella i giudici hanno accolto il ricorso della Procura.

 

 
· Enzo Ganci · Editoriali

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