Giletti si scusa con la famiglia Campanella, ma la querela va avanti

“La nostra immagine è stata devastata, per milioni di italiani siamo mafiosi”

MONREALE, 16 maggio - Massimo Giletti, conduttore della nota trasmissione televisiva “L’Arena”, in onda ogni domenica su Raiuno a ora di pranzo, si cosparge il capo di cenere e chiede pubblicamente scusa alla famiglia di Giuseppe Campanella, che lui stesso aveva definito mafiosa.

Il gesto, però, per quanto apprezzabile dal punto di vista dell’onestà intellettuale, appare tardivo e comunque privo di effetti alla stessa famiglia Campanella, che manifesta l’intenzione di non volere ritirare la querela che era stata ufficializzata lo scorso 7 maggio, dal proprio legale, l’avvocato Salvino Caputo.
“ Chiedo perdono alla famiglia di Giuseppe Campanella. Abbiamo sbagliato , si e’ trattata di una omonimia , chiedo scusa ai familiari di Giuseppe Campanella “ Sono state queste le parole proferite da Giletti nel corso della puntata di ieri, con le quali ha cercato di rimediare alle affermazioni rese nei confronti della famiglia di Giuseppe Campanella, operatore forestale di Pioppo, nella puntata andata in onda il 3 aprile scorso. In quella puntata Giletti aveva ripetutamente affermato che Giuseppe Campanella era il rappresentante della omonima famiglia mafiosa, . famiglia molto importante nel contesto mafioso di Pioppo.

I Campanella, allora, assisiti dall’avvocato Caputo presentavano querela presso la Procura della Repubblica di Palermo nei confronti del noto anchorman e dei vertici della Rai e di Rai Uno per il reato di diffamazione aggravata a mezzo servizio televisivo, per essere stati additati quali mafiosi di fronte ad un pubblico di milioni di ascoltatori . I Campanella, infatti, hanno dimostrato nella querela, certificati penali alla mano, di essere tutti incensurati e di non essere mai stati coinvolti in indagini per reati di mafia o altro.
“Ho ricevuto nuovamente mandato – ha affermato il difensore della famiglia Campanella, Salvino Caputo – nonostante le scuse del Giletti di proseguire nelle attivita’ processuali. Le scuse del conduttore, oltre che tardive – ha continuato il legale – e a non rappresentare alcun esimente dal punto di vista della responsabilita’ penale, dimostrano come Giletti e i vertici della rete televisiva nazionale hanno pubblicamente formulato accuse gravissime nei confronti di soggetti incensurati senza operare quella rigorosa attivita’ di verifica e controllo che si impone quando si lanciano accuse gravissime attraverso gli organi di informazione.

"Siamo qui per difendere il decoro, l’onore, la reputazione e l’immagine di un'intera famiglia – hanno dichiarato i Campanella e non arretreremo di un solo passo. La nostra l volontà rimane la stessa anche dopo le scuse formulate dallo stesso giornalista che ha ammesso pubblicamente le sue colpe, chiedendo formalmente perdono alla famiglia
Il danno di immagine ha causato danni irreparabili alla nostra famiglia – hanno aggiunto i familiari di Campanella- e soprattutto ai nostri figli che si sono sentiti mortificati e oltraggiati da un giornalista irresponsabile e privo di professionalita’ che pur di conquistare consensi televisivi non si è posto alcun problema morale e deontologico contravvenendo ai piu’ elementari dettati in tema di stampa e informazione. Non c’e’ affermazione piu’ grave e infamate – hanno concluso i Campanella – in Sicilia che essere etichettati come mafiosi. E’ la morte civile e sociale. Ti isolano e ti distruggono. I nostri figli e i nostri nipoti a scuola subiscono continue mortificazioni e umiliazioni “