Non era il responsabile del “cavallo di ritorno”, assolto tunisino residente a Pioppo

In sede di giudizio la vittima non ha confermato l’accusa al nordafricano

PALERMO, 5 marzo – Era stato messo ai domiciliari perché ritenuto il rapinatore di un conoscente e poi avergli chiesto il cosiddetto “cavallo di ritorno”, cioè la restituzione del maltolto dietro compenso. Oggi è stato assolto Montassar Amami, cittadino tunisino, all’epoca dei fatti residente a Pioppo con regolare permesso di soggiorno.

La vicenda vede protagonista un giovane nordafricano, sposato in Italia, contro il quale lo scorso 22 luglio, il Gip presso il Tribunale di Palermo aveva emesso una ordinanza perché accusato di avere rapinato un conoscente nella zona della stazione centrale di Palermo per poi chiedergli il cosiddetto "cavallo di ritorno". Per Amami, pertanto, ritenuti sussistenti i gravi indizi di colpevolezza e le esigenze cautelari, erano stati applicati gli arresti domiciliari.

A denunciare l'uomo era stata la vittima, che aveva fornito ai poliziotti anche il numero telefonico dell'indagato, permettendo agli agenti di individuarlo in tempi brevi. Assieme a un complice non ancora identificato, secondo quanto ricostruito, Amami avrebbe sottratto le chiavi dello scooter alla vittima e per restituirle aveva chiesto dei soldi. L'uomo ha ceduto al ricatto e quando ha estratto il portafogli i due glielo avrebbero strappato di mano dandosi a precipitosa fuga.

Durante il processo, celebratosi innanzi alla quinta Sezione collegiale presieduta dal giudice Falcone, il quadro probatorio si è depotenziato. La presunta vittima non confermava molte delle circostanze esposte in sede di denuncia e in particolare dichiarava, contariamente a quanto denunciato, che non era sicuro che fosse stato il tunisino a rapinarlo, ma che era più propenso a dire che era stato l' altro. Poi non confermava la circostanza che Montassar Amami avesse preteso dei soldi in cambio della restituzione dei documenti.

Qualche giorno fa, il tribunale ha definito il procedimento a carico del nordafricano accogliendo le richiesta di assoluzione del suo legale, Alessandro Musso per il reato di rapina pluriaggravata in concorso, a fronte di una richiesta di tre anni di reclusione prospettata dalla Pubblica Accusa.