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Istigazione alla corruzione, indagato il sindaco Piero Capizzi

| Enzo Ganci | Nera e giudiziaria

Il nome del primo cittadino figura tra i 53 destinatari di un avviso di garanzia per fatti riguardanti l’ex Ato rifiuti Palermo 2

MONREALE, 2 marzo – La notizia è di quelle che fanno rumore e che è destinata a scatenare un vespaio di polemiche, se non di ripercussioni politiche. Il sindaco di Monreale, Piero Capizzi è indagato per corruzione per un atto d'ufficio e corruzione di persona incaricata di un pubblico servizio.

Il nome del primo cittadino di Monreale, infatti, figura fra i 53 destinatari di un avviso di garanzia emesso dalla Procura della Repubblica di Palermo, a conclusione delle indagini condotte dal pm Enrico Bologna. La maxi inchiesta sulla quale la Procura lavora già dal 2011 riguarda le vicende dell’Alto Belice Ambiente spa, società d’ambito, fallita nel dicembre del 2014, che curava il servizio di smaltimento dei rifiuti nell’ex Ato Palermo 2.

Tralasciando l’inchiesta, della quale ci occuperemo in altra sede, ci concentriamo adesso su ciò che riguarda la posizione dell’attuale sindaco di Monreale.
La vicenda che riguarda Capizzi è legata ad un episodio verificatosi il 20 dicembre del 2013, quando l’attuale primo cittadino, ai tempi consigliere comunale, conversando con una cittadina di Monreale, D.L.B., che lavorava in un esercizio commerciale del centro cittadino (anche lei oggi indagata), raccolse le sue lamentele per un servizio di spazzamento che lasciava molto a desiderare nella zona di via Epifanio. La donna, al riguardo, avrebbe chiesto all’allora consigliere comunale di occuparsi della vicenda. Capizzi, allora, avrebbe chiamato il caposquadra dell’Ato Giuseppe Pupella, considerato dagli inquirenti elemento di spicco di tutta questa indagine, chiedendoli un intervento di pulizia nella zona in questione. Pupella, che era intercettato, avrebbe risposto di essere a conoscenza della problematica, affermando che avrebbe effettuato il servizio e che sarebbe andato sul posto per mangiare il panettone e bere lo spumante, considerato che il periodo era quello natalizio.

Questo, per la Procura farebbe configurare i reati che oggi vengono contestati al sindaco, benchè, da quel che trapela, non ci sarebbe riscontro dell’oggetto della presunta corruzione: né dell’avvenuto spazzamento della via, né della successiva consegna del panettone.
Tutto materiale per il piemme, comunque, che ha già sentito Capizzi nei giorni scorsi, su richiesta di quest’ultimo. ”Sì, ho chiesto di essere sentito e sono già stato sentito – dice Capizzi a Monreale News – chiarendo la mia posizione di totale estreneità alla vicenda. Ho la coscienza a posto e per questo non ho timore. La mia storia, personale, professionale e politica dimostra che ho sempre lavorato al servizio della collettività”.
Adesso il pm Bologna deciderà se archiviare la posizione di Capizzi, che è difeso dall'avvocato Giuseppe Botta, o se richiedere il rinvio a giudizio.

· Enzo Ganci · Editoriali

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