Nessun indebito arricchimento: il Comune vince la causa e “risparmia” due milioni di euro

Soccombe in giudizio la Icla Costruzioni per la vicenda del liceo Basile

MONREALE, 18 gennaio – Quasi due milioni di euro che (fortunatamente) resteranno nelle casse del Comune e non in quelle dell’azienda, così come questa richiedeva, ma come invece non ha voluto il tribunale.

È di qualche giorno fa la sentenza pronunciata dal giudice Sebastiana Ciardo, appartenente alla terza sezione del tribunale civile di Palermo, che dà ragione al Comune di Monreale, sostenendo che questi non ha ottenuto un indebito arricchimento a danno della Icla Costruzioni di Pozzuoli, la società che quasi vent’anni fa era stata incaricata di costruire il nuovo liceo classico “Emanuele Basile”, ma con la quale i rapporti si erano interrotti, tanto da trasferirsi in un’aula di tribunale, fino al definitivo pronunciamento della Corte di Cassazione che aveva decretato la vittoria giudiziaria del Comune.

In quella circostanza, risalente al settembre del 2013, dopo due gradi di giudizio sfavorevoli, il Comune si era visto dare ragione dalla Cassazione, che aveva condannato la società costruttrice a rimborsare l’amministrazione monrealese con una cifra pari a 1,8 milioni di euro. Risarcimento che l’azienda, pur ricorrendo in Cassazione sperando in una eventuale rideterminazione di questo, ha onorato fino in fondo dal momento che la sentenza degli “ermellini” era esecutiva.

Frattanto, però, la Icla – ed è questa la vicenda che riguarda oggi il Comune – ha intentato un’altra causa risarcitoria contro l’amministrazione monrealese poiché questa prima con delibera di giunta del marzo 2011, poi con un’altra del Consiglio comunale (sulla devoluzione del mutuo relativo) del 28 giugno dello stesso anno, aveva pensato di realizzare la nuova scuola Guglielmo sulle strutture esistenti (ad oggi è presente quello che comunamente viene definito un ecomostro in contrada Cirba), per le quali la stessa Icla nel settembre 2013, al momento della condanna della Cassazione aveva dovuto pagare le spese di demolizione.

“Io vengo condannato e tu sulle strutture da me realizzate costruisci un nuovo edificio con un’altra destinazione?” era stato, con un concetto semplificato, il ragionamento della Icla, cui aveva fatto seguito una richiesta risarcitoria di 1.553.000 euro, più interessi e rivalutazione.
A questa domanda, però, come detto in apertura di articolo, il tribunale civile di Palermo non ha risposto favorevolmente all’azienda, poiché al linea difensiva del Comune, rappresentato in giudizio dall’avvocato Mimmo Rizzuto, è stata quella che “la mera volontà manifestata di voler utilizzare la struttura non costituisce di per sé un utilizzo” e per questo non si configura l’arricchimento senza causa, sostenuto dalla Icla. In pratica: non c’è arricchimento se non c’è utilizzo. L’azienda di Pozzuoli, inoltre, è stata condannata al pagamento delle spese processuali, che ammontano a circa 45 mila euro. La stessa azienda adesso riflette se presentare appello o uniformarsi senza ulteriori strascichi giudiziari a quanto disposto dal tribunale.

“Il conseguimento di questo risultato – commenda con soddisfazione l’avvocato Rizzuto – è onorevole per l’ente e dà conto della fondatezza della difesa spiegata dall’ente stesso che era indirizzata a sostenere la totale mancanza di arricchimento nella ipotesi, quale quella che ci occupa, nella quale vi sia stato un mero intervento programmatico di utilizzo e non l’utilizzo stesso della struttura.
Utilizzo che alla stregua dell’indirizzo politico dell’attuale amministrazione, non sarà mai sussistente in quanto le strutture dell’ex liceo Basile già dalla suprema Corte di Cassazione dichiarate abusive, andranno demolite”.