Per i giudici uccise la moglie, condannato a vent'anni Salvatore Maniscalco

I resti di Cettina Conigliaro furono ritrovati bruciati nei pressi della SP2

SAN GIUSEPPE JATO, 15 luglio - Condannato a venti anni di carcere Salvatore Maniscalco. L'uomo è accusato di aver ucciso la moglie, Concetta Conigliaro, 27 anni. I resti della donna furono ritrovati bruciati nelle campagne che costeggiano la SP2.

Condannati anche Vincenzo Caltagirone a 3 anni di reclusione e e Antonino Caltagirone, 4 anni e 8 mesi. Erano accusati di avere preso parte alla distruzione del cadavere.
Le tracce della ventisettenne Concetta Conigliaro si erano perse il 9 aprile dello scorso anno. In un primo momento in tanti avevano ipotizzato un allontanamento volontario. Il giorno della scomparsa la ventisettenne si era però rivolta al proprio avvocato per sporgere una querela contro il marito, Salvatore Maniscalco, per presunte lesioni. E non era la prima volta che la donna accusava l’uomo, che aveva a sua volta denunciato la moglie per percosse e maltrattamenti. La giovane, cresciuta in una casa famiglia, all’età di 18 anni aveva deciso di sposare Salvatore. Dal matrimonio sono nati due figli. Da gennaio i due coniugi si erano separati e la giovane aveva pubblicamente deciso di intraprendere una nuova relazione.

Di qui l’ipotesi che potesse trattarsi di un allontanamento volontario. Quattro giorni dopo dalla scheda telefonica della giovane parte un messaggio indirizzato ad una delle sorelle. L’sms sembrerebbe confermare l’allontanamento. Le indagini dei carabinieri accerteranno in seguito che quel messaggio è però partito dal cellulare del marito, dove era stata inserita la scheda sim di Concetta. Il 23 aprile Maniscalco si reca in caserma e presenta una denuncia contro la moglie per violazione degli obblighi di assistenza familiare. In quegli stessi giorni alla stazione centrale di Palermo viene ritrovata la borsa della donna. Gli effetti personali vengono consegnati alla madre, Giovanna Lo Biondo, che il 14 maggio sporge denuncia per la scomparsa della figlia.

Il 31 maggio, in via Mazzini, davanti l’abitazione della signora Lo Biondo, vengono fatti ritrovare un giubbotto rosso con dentro delle ossa bruciacchiate. Le indagini chiariranno che si trattava di ossa umane. Una settimana dopo, su indicazione di Maniscalco, vengono ritrovate altre ossa. Stavolta in campagna, in contrada Giambascio, nei pressi della strada provinciale ch collega San Cipirello con Partinico. Le analisi dei Ris non hanno però ancora sciolto i dubbi sul Dna ritrovato. Ma tutto fa pensare che possa trattarsi dei resti di Concetta.

L’ipotesi più probabile è che la donna sia stata uccisa nella sua abitazione di via Crispi e successivamente data alle fiamme. Maniscalco, che ha finora numerose e confuse versioni dei fatti, davanti ai giudici ha parlato anche di un incidente: la moglie sarebbe morta in seguito ad una caduta al culmine dell’ennesima lite. A quel punto avrebbe caricato il corpo sulla sua auto e lo avrebbe distrutto nelle campagne che circondano il paese. Una versione che però presente non poche lacune espositive. E’ stato lo stesso Maniscalco a condurre i carabinieri sul luogo del ritrovamento.

(fonte: Vallejato.it)