Altri particolari oggi sull'omicidio di Giuseppe Billitteri, inghiottito dalla Lupara Bianca
MONREALE, 21 aprile – Strangolato e poi fatto sparire col sistema della “Lupara Bianca” perchèsi sarebbe opposto alla riorganizzazione del “super mandamento”. Si spiega così la fine di Giuseppe Billitteri, il 70enne monrealese, sparito nel nulla il 22 marzo del 2012.
La ricostruzione è emersa oggi, nel corso della conferenza stampa con cui gli inquirenti hanno illustrato i particolari dell’operazione “Pizzo”, che ha portato all’arresto di quattro persone, tra Camporeale e Montelepre, con l’accusa di associazione per delinquere di tipo mafioso, estorsione aggravata dal metodo mafioso e occultamento di cadavere.
La vicenda dell’omicidio di Billitteri si inquadrava nelle tensioni, documentate da intercettazioni, sviluppatesi nei territori di Altofonte e Monreale nel periodo febbraio-marzo 2012, a conclusione della fase di riorganizzazione e stabilizzazione dei nuovi assetti di Cosa Nostra.
In questo contesto era ragionevole ritenere che fosse maturata la decisione di eliminare un soggetto che probabilmente voleva opporsi alla decisione di riconoscere Vincenzo Madonia, poi condannato in primo grado in abbreviato per associazione mafiosa il 19 dicembre 2014, quale nuovo rappresentante della famiglia di Monreale.
La vittima designata risultava essere Giuseppe Billitteri, incensurato, venditore ambulante. Lo stesso Billitteri era ritenuto appartenente ad un gruppo della famiglia mafiosa di Monreale che si voleva contrapporre alla riorganizzazione territoriale di cosa nostra. Le attività investigative di Nuovo Mandamento permettevano di ricostruire la pianificazione dell’omicidio con il metodo della “lupara bianca”, avvenuto, come detto il 22 marzo 2012 sotto la regia di Giuseppe Lucido Libranti ed eseguito ad Altofonte presso l’abitazione di Giuseppe Antonio Vassallo ed eseguito mediante strangolamento.
Complici dell’operazione sarebbero stati, con ruoli vari, Giuseppe Antonio Vassallo, Giuseppe Lombardo, Giuseppe Micalizzi (adesso collaboratore di giustizia) e Francesco Lo Cascio. Dopo la ricostruzione eseguita dagli inquirenti, Francesco Lo Cascio veniva condannato in primo grado per associazione mafiosa e per l’omicidio di Billitteri, mentre Libranti, Vassallo e Lombardo sono ancora imputati innanzi alla 1ª Sezione della Corte di Assise di Palermo.
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