Taglieggiavano gli imprenditori col sistema mafioso, quattro arresti tra Camopreale e Montelepre
"Operazione Pizzo". I NOMI e LE FOTO degli arrestati
PALERMO, 21 aprile - All’alba di oggi i Carabinieri del Gruppo di Monreale hanno eseguito quattro arresti in esecuzione dell’ordinanza di misura cautelare emessa dal Gip, Maria Pino, nei confronti di altrettanti indagati a vario titolo per associazione per delinquere di tipo mafioso, estorsione aggravata dal metodo mafioso e occultamento di cadavere.
Gli arrestati sono Giuseppe Tarantino del 52, Antonino Cusumano del 60, Raimondo Liotta del 66 tutti di Camporeale Vincenzo Carlo Lombardo del 72 Montelepre.
Le indagini della Procura della Repubblica di Palermo (Procuratore Francesco Lo Voi, Procuratore Aggiunto, Vittorio Teresi ed i sostituti procuratori, Francesco Del Bene, Amelia Luise Sergio Demontis e Daniele Paci), che si sono avvalse anche delle dichiarazioni fornite da due collaboratori di giustizia, costituiscono la convergenza di due distinte, ma parallele attività investigative, scaturite dall’operazione Nuovo Mandamento dell’8 aprile 2013, con cui venivano ricostruiti gli assetti dei mandamenti di San Giuseppe Jato e Partinico, rivisitati da un programma di riorganizzazione territoriale.
LE DINAMICHE ASSOCIATIVE E LE ESTORSIONI
L’operazione “Nuovo Mandamento”, fra l’altro, aveva disarticolato la famiglia mafiosa di Camporeale, con l’arresto di Antonino Sciortino, ritenuto il capo del supermandamento, poi peraltro assolto con sentenza di 1° grado del 19 dicembre scorso del Gup di Palermo e Francesco Lo Cascio considerato uomo d’onore e favoreggiatore del latitante Domenico Raccuglia, condannato per associazione mafiosa e l’omicidio di Giuseppe Billitteri.
Le indagini su altri indagati - proseguite dopo l’operazione “Nuovo Mandamento” - consentivano di ricostruire alcune importanti dinamiche che si sviluppavano storicamente dal 1999 alla data odierna, permettendo di fotografare a ritroso gli assetti della famiglia di Camporeale nel periodo di detenzione del suo rappresentate Antonino, già condannato a 12 anni di reclusione per associazione mafiosa. Il decesso, per cause naturali, avvenuto lo scorso 7 maggio di Rosario Mulè, interrompeva di fatto la logica prosecuzione delle attività avviate.
In particolare, nel corso di quest’ultimo approfondimento investigativo, emergevano: l’avvicendamento al vertice della famiglia mafiosa di Camporeale - dopo il primo arresto di Sciortino avvenutola vigilia di Natale del 99 (allorquando era latitante) - con Rosario Mulè e Giuseppe Tarantino (che dunque co-reggevano la famiglia mafiosa di Camporeale dal 24 dicembre 1999 fino al 5 novembre 2011, data di scarcerazione di Sciortino per fine pena e inizio del Nuovo Mandamento di Camporeale);
le specifiche competenze per materia di Rosario Mulè e Giuseppe Tarantino, che si sarebbero spartiti il controllo del territorio: il primo nel settore agricolo e l’altro in quello edile;
alcune condotte estorsive contestate ad Antonino Cusimano, nel periodo compreso tra il 2007 e 2008. Nello specifico, si ricostruivano due vicende estorsive, per le quali si è registrata una importante collaborazione degli imprenditori, allorquando venivano sentiti dagli inquirenti:
Si tratta dell’estorsione in danno di un imprenditore agrigentino, impegnato tra il marzo 2007 ed il gennaio 2008 nell’esecuzione dei lavori di un appalto per l’importo di quasi 1.600.000 euro conferito dal Comune di Camporeale per opere di urbanizzazione primaria nell’ambito del piano di insediamento produttivo (P.I.P.) in località contrada Serpe, costretto a pagare a titolo di “pizzo”, alla famiglia mafiosa di Camporeale, una somma pari a circa il 3% dell’importo dell’appalto, per un totale di 15.000 euro e a subire l’infiltrazione nell’appalto in questione da parte dell’impresa edile gestita da Antonino cusumano, la S.C. Costruzioni Srl, attraverso artificiose stipule di contratti di nolo mascherati formalmente da noli a freddo, con l’assunzione di operai del posto artatamente licenziati dalle ditte intervenute nell’esecuzione dell’appalto, per poi essere assunti dallo stesso imprenditore. Si trata pure dell’estorsione in danno di un altro imprenditore, sempre agrigentino, che si era aggiudicato, tra il luglio 2007 ed il gennaio 2008, l’appalto pubblico della Provincia Regionale di Palermo, per un importo a base d’asta di 950.000 euro relativo ai lavori di sistemazione del piano viario e costruzione delle opere di corredo della Strada - ex Consortile n. 39 di “Sirignano”, che collega il Comune di Camporeale con quello di Alcamo, costretto ad assumere operai imposti allo stesso e a rifornirsi di calcestruzzo presso un impianto locale.
Inoltre, come risulterebbe dalle attuali attività investigative, veniva ulteriormente approfondita la posizione di Vincenzo Carlo Lombardo (già tratto in arresto nel corso dell’Operazione “Perseo” nel dicembre 2008, poi assolto dalle accuse mossegli), ritenuto responsabile del reato di estorsione aggravata commessa in danno dei legali rappresentanti di una ditta di Giardinello, impegnata nella realizzazione di cinque edifici privati in contrada Paterna di Terrasini. Anche in questo caso viene in evidenza la collaborazione offerta dall’imprenditore.
Fondamentale, peraltro, per la ricostruzione della vicenda è stato anche un pizzino rinvenuto nel covo dei Lo Piccolo all’atto della cattura, in cui si faceva espresso riferimento alla “messa a posto” dell’imprenditore.
CONCLUSIONI
In conclusione, quella che è emersa dalle indagini è la fotografia di una mafia che nonostante le varie operazioni di polizia riesce sempre a riorganizzare le proprie fila, individuando nuovi affiliati.
Ancora una volta è stato accertato come uno dei principali canali di sostentamento delle consorterie mafiose è rappresentato dal provento delle estorsioni, commesse tradizionalmente nei confronti di attività imprenditoriali di privati. La pressante azione estorsiva continua a ripercuotersi sullo sviluppo economico delle comunità dell’entroterra palermitano, tenuto conto che spesso gli imprenditori hanno dovuto subire oltre al pagamento della classica “messa a posto” anche l’imposizione di manodopera e forniture di materiali edili, in violazione delle più elementari regole del libero mercato.
È evidente come i rilevanti risultati conseguiti, proprio poiché contestualizzati in un’area fortemente destabilizzata dalla criminalità organizzata e per la vastissima diffusione del fenomeno delle estorsioni, non potrà che infondere ulteriormente fiducia nell’operato della Magistratura e dei Carabinieri, contribuendo quindi a far cadere quel muro di omertà che è elemento essenziale per la riuscita degli intenti criminali.
In tale ambito, prezioso si è rivelato l‘intervento e l’apporto dell’associazione antiracket Addiopizzo nel fare determinare gli imprenditori a collaborare con gli organi inquirenti e nel fornire l’assistenza psicologica e legale agli stessi.
ELENCO PERSONE ARRESTATE
1. TARANTINO Giuseppe, nato a Camporeale (PA) il 14/10/1952, ivi residente;
2. CUSUMANO Antonino, nato a Palermo il 27/01/1960, residente a Camporeale (PA);
3. LIOTTA Rimondo, nato Camporeale (PA) il 06/08/1966, ivi residente;
4. LOMBARDO Vincenzo Carlo, nato a Montelepre (PA) il 03/03/1972, ivi residente.
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